10 apr 2010

Lo Start 2 è «un successo significativo della politica estera italiana». Giovedì gnocchi.

Non volevo parlare di Silvio Berlusconi, ma è lui stesso mi ha telefonato poco fa e mi ha chiesto di scrivere qualcosa su di lui. Se non ci credete state tranquilli: tra qualche tempo tra le migliaia di intercettazioni troverete anche lo scoop della telefonata mia col Presidente e scoprirete che è molto più democratico di quello che sembra: difatti mi ha personalmente concesso in via esclusiva di poterlo criticare.

Quindi riprendo dai giornali il fatto che dal vertice di Confindustria a Parma, Berlusconi dichiara che lo Start 2 è «un successo significativo della politica estera italiana» (pensa te: io credevo che l'accordo l'avessero firmato Obama e Medvedev) e poi continua: «Vi ricordate quella fotografia in cui abbracciavo Obama e Medvedev al G20 di Londra? Bene, dissi loro: "Non vi riceverò al G8 in Italia se prima non avrete siglato un accordo per distensione rapporti e riduzione arsenali". Obama due giorni prima del G8 siglò a Londra quel documento e quando venne in Italia me lo mostrò. Ora credo che quell'intesa ci avvii verso pace nel mondo. E questo è un successo della politica estera italiana».

Immagino la scena: Obama entra in camera da letto in pantofole e canottiera (stile Bossi per capirci) mentre Michelle legge un libro Armony. Guarda dolcemente la moglie, pensa alle figlie e pensa che non può fare questa magra figura con l'amico Silvio: d'altronde il rischio che le due potenze tra le più forti al mondo non partecipassero al G8 per il veto di Silvio è reale. Obama si alza di scatto, e dopo pochi minuti aveva già avvertito Medvedev dell'accordo risparmiandosi la figuraccia.

Tuttavia permangono seri dubbi sui meriti in politica estera di Silvio Berlusconi perché la migliore regola dei mediatori è quello di mantenersi umili e di agire silenziosamente, d'altronde il merito non è del mediatore ma delle parti: già ho segnalato in passato come, finché si fosse trattato di una foto, un sorriso ancorché imbarazzato o estorto lo si poteva concedere, ma per le cose serie l'esclusione di Berlusconi era cosa annunciata: difatti le trattative per questo tipo di accordi non si risolvono con le barzellette o con le pacche sulle spalle. Vallo a spiegare

Osservando le gaffe internazionali di questo macho man non stento a credere a chi mi dice che, mancando i quattro dell'apocalisse Fede-Minzolini-Bondi-Bonaiuti, all'estero Berlusconi è considerato un pagliaccio.

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