16 giu 2011

Intendiamoci: anche il Partito Democratico non ha vinto i referendum.

Smaltita la sbornia post referendaria - per chi sosteneva le ragioni del sì - e la delusione connessa - per chi sosteneva le ragioni del no - occorre ristabilire una punta di equilibrio. Il Partito Democratico, che tanto adesso va sbandierando la vittoria a destra e a manca, fino a qualche mese fa non aveva nessuna strategia referendaria (pur guardando con simpatia ai movimenti referendari).

Cito testualmente dal documento appena citato:
La proposta del Pd sulle acque pubbliche non tiene conto di nessuna strategia referendaria e questo per due motivi:
  • Sono 15 anni che il referendum non raggiunge gli obiettivi prefissati e che, anzi, ha un effetto boomerang sulle scelte possibili;
  • il referendum per sua stessa natura ha una natura abrogativa, va contro qualcosa e non ha nulla di propositivo.

Se non bastasse, sopperirebbe l'articolo 2 comma 4 della proposta di legge che a fine 2010 il PD ha proposto e che definisce l'acqua un bene di rilevanza economica (prima che sociale). D'altronde i referendum abrogano ... loro vogliono proporre


Per questo: se sul nucleare e sul legittimo impedimento a destra sono usciti completamente a pezzettini, checché ne dicano la pletora di personcine che amano arrampicarsi sugli specchi, sull'acqua il Partito Democratico non ha vinto del tutto. Che non diventi un vizio che vincano sempre.




p.s. attendo dagli amici del Partito Democratico assenti il 19 marzo 2011 il rimborso dei 320 milioni di euro che abbiamo speso per il mancato election day.

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