25 mag 2012

Stefania Craxi lettera aperta.

Gentile Stefania Craxi,

ho letto con un misto di stupore e rabbia la sua lettera in cui lamenta che suo padre Bettino non venga ricordato nella toponomastica cittadina di Milano, mentre Berlinguer sì.

Premetto che l'affetto di un figlio verso un padre è più che comprensibile, ed è comprensibile che quest'affetto vada oltre molte cose che - se si trattasse di rapporti umani meno intensi - altrimenti finirebbe. Ma ogni cosa ha un suo limite. Ci sono persone, pensi a Peppino Impastato, che hanno rinnegato la propria famiglia in quanto in persistente condizione di illegalità. Diciamo che comprendo, però, il Suo affetto verso Suo padre.

Il lamentarsi - come fa lei quasi con fare piagnucolante - sembra quasi quella lamentela che un po' tutti, da bambini, abbiamo fatto almeno una volta: perchè lui si e io no? Mi duole ricordarle, a costo di esser scortese, che lei non è più una bambina. Piacerebbe anche a me esserlo ancora, e ancora una volta diciamo che ha la mia comprensione. Ma siamo adulti. E faccia la cortesia di comportarsi da adulta.

Vogliamo parlare di Bettino Craxi? Parliamone. Sotto il profilo politico, Craxi ha fatto ben poche cose buone: si è opposto al nucleare, ha demolito la scala mobile, data l'inflazione elevatissima, poi arrivata a livelli accettabili. Ma con la conseguenza negativa di slegare gli stipendi dal reale potere d'acquisto.

Ma le cose peggiori superano di gran lunga le cose positive: in sintesi la condizione di estremo debito pubblico che ci ritroviamo è maturata prevalentemente sotto il suo Governo. E lo stiamo ancora pagando noi.

In politica estera sostenne i dittatori in Argentina durante la guerra delle Falkland - unico paese in Europa -  oltre a sostenere Siad Barre. Che - sebbene socialista - era un dittatore. E sempre in tema di dittatori, nell'aprile 1986 Bettino Craxi, tramite l'allora consigliere diplomatico Antonio Baldini, avvertì Gheddafi del raid americano che di lì ad un paio di giorni sarebbe avvenuto.

Il tutto senza contare le condanne penali: 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo ENI-SAI e 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese.

Per tutti gli altri processi in cui era imputato (alcuni dei quali in secondo o in terzo grado di giudizio), è stata pronunciata sentenza di estinzione del reato a causa del decesso dell'imputato. Ed erano in ballo un'altra ventina d'anni di galera tra i diversi procedimenti all'epoca della sua morte ancora in corso.

Bettino Craxi - al netto delle sue colpe giudiziarie - non è stato questo grande politico e le consegueze negative delle sue scelte le patiamo tuttora. Lo lasci riposare in pace e - ci usi la cortesia - di lasciar riposare in pace anche la sua vanagloria che periodicamente la spinge a voler far intitolare una strada a Bettino Craxi.

Si accontentasse delle strade già a lui intitolate*. Che sono pure troppe.


* Precisamente le città sono: Valmontone, Lecce, Botrugno, Marano Marchesato, Scalea, Aulla (in cui è presente anche una statua di Craxi, oltre che una piazza) e Sant'Angelo Romano e Lissone (segnalata da un Anonimo).

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3 commenti:

  1. Pienamente d'accordo!!! Anche se altri come lui, purtroppo, hanno ricevuto onori toponomastici.

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  2. Non sarebbero - difatti - da disdegnare delle serie revisioni per comprendere chi è meritorio e chi meno.

    Nel frattempo sarebbe bene non tirar la corda. Anche perché resto convinto che il tutto è solo e soltanto per vanagloria della figlia.

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  3. dimenti Lissone (MB) che ha una piazza intitolata a Craxi

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