La politica commerciale della Barilla è chiara, ormai: preferiscono la famiglia tradizionale a quella omosessuale quindi niente gay nelle loro pubblicità. Chi non è d'accordo compri altro. Non la condivido, beninteso, ma è chiarissima. Lapalissiano che chi non è d'accordo compri altro.
Piuttosto tutti coloro che adesso si sperticano su twitter nel #boicottabarilla tra una settimanella, passato l'hashtag e la possibilità di un facile retweet, avranno cambiato marca magari spendendo qualcosina in più? O si saranno dimenticati di questa discutibile politica commerciale mentre s'ingozzano con un sugo pronto o un'amatriciana?
No perché solo nel primo caso - cioè nel caso di un costante e collettivo boicottaggio per i prossimi mesi - avrà senso tutto ciò. Se no sarà solo la conferma - se ce ne fosse bisogno - di quanti pecoroni ci sono. E non è detto che la cosa non sia meno indegna della politica commerciale della Barilla.
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