C'è ancora chi crede alla leggenda metropolitana del volantino con l'elenco di segni in codice usati dagli zingari per contrassegnare le case facili da derubare e quelle da evitare.
Molto probabilmente (anzi quasi certamente) è una bufala.
Innanzitutto mai nessuno che si chieda in che modo si sia giunti ad una corrispondenza così precisa tra simbolo e descrizione, in quanto non sussiste mai alcuna fonte certa che viene riportata. In pratica chi abbia materialmente, ed in origine, stilato questo prontuario ed in che modo sia riuscito a risalire a questi segni, non si sa.
Senza contare, poi, che molti di questi segni sono noti da decenni e decenni, fin dagli anni venti del Novecento, e con riferimento ai viandanti e non agli zingari. Il dubbio che nel frattempo li abbiano cambiati?
Il fatto stesso, infine, che ci sia un volantino che li riassume, ammesso che siano anche veri, cosa tutta da dimostrare e con onere della prova in capo a chi li diffonde, avvalora la tesi che potrebbero non essere più validi ed avvalora la tesi che il retrogusto di questo volantino sia il razzismo.
In sostanza è come se si dicesse che gli zingari oltre che ladri so' pure fessi che una volta che è stato sgamato il loro linguaggio in codice, e quindi una volta presumibilmente reso noto alle potenziali vittime, non lo cambiano. Gli zingari. Che notoriamente, peraltro come tutte le popolazioni nomadi, hanno una tradizione orale e non scritta.
Ma poi, visto che si avverte che questi simboli sono anche poco visibili, ce lo vedete uno che in piena notte con l'accendino sbircia vicino al citofono per capire se casa vostra è appetibile o meno? Classico modo per passare inosservati o per far fare il colpo ad un altro ladro che conosca, anch'egli, i simboli, of course....
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