7 set 2014

Bifolco. Una vicenda da cui nessuno ne esce vincitore.

Non prendo posizione su chi abbia vinto o perso nel caso del ragazzo morto perché non s'è fermato all'ALT dei Carabinieri. Non lo faccio perché molte cose sono ancora da stabilire  ed anche perché non è poi così facile farlo.

Non vince il ragazzo che non s'è fermato all'ALT né i suoi amici, perché viaggiavano in tre, senza casco e su un mezzo senza assicurazione. Forse non vince nemmeno il carabiniere, che nell'ipotesi migliore (o la meno peggiore), s'è rovinato la vita avendo accidentalmente ucciso un ragazzo di 17 anni (se avesse sparato volontariamente, non c'è che dire che la sua reazione sarebbe stata senza dubbio eccessiva e sproporzionata rispetto all'accaduto).

Non vince chi commenta schierandosi da un lato o dall'altro prima di avere le idee chiare prima ancora che venga fatta l'autopsia. Non vincono nemmeno i familiari di Davide Bifolco che, nel loro dramma, comprensibilmente si scagliano contro chi ritengono l'autore di una disgrazia.

Non vince chi specula su questo ennesimo triste episodio parlando e sparlando di Napoli senza conoscerla, senza comprenderla e - quel che è peggio - per il puro gusto di offendere e di mortificare. In questa sconfitta collettiva, spero che non sia del tutto persa qualche seppur misera possibilità di riprendersi.

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