9 set 2009

Da Noemi a Boffo nel nome di Silvio.

1) Caso Noemi reloaded.
La querelle riguardante Silvio Berlusconi non si ferma. La querelle del non detto, in questo caso. Tutto è cominciato con il c.d. Noemi gate che ha portato al divorzio tra Berlusconi e Veronica Lario. Anche se Noemi smentisce che sia nato tutto per colpa sua. Tutti a concentrarsi sul tema della privacy, a discutere animatamente su cosa è pubblico e cosa è privato, e sulle dieci domande di La Repubblica. Il non detto, in tal caso, sono le risposte alle (prime ed alle seconde dieci) domande. L'unica risposta concreta e non contrastante è stata la querela di Berlusconi a La Repubblica. In realtà sul tema privacy, come dissi già nel mio post dell'08/06/2009 (L'affaire Noemi è informazione o gossip?): nessuno vuole sapere dettagli intimi di Berlusconi. Gli si chiede di essere coerente con le idee che propone, rispettoso del ruolo che svolge e del paese che rappresenta anche all'estero, con la sobrietà adeguata ad una persona che ha superato i 70 anni. In tal senso la chiarezza dev'essere totale, anche su una fetta di vita privata.

Il non detto dai mezzi di comunicazione di massa, peraltro, è l'indagine della Procura relativamente ai collegamenti eventualmente presenti tra Elio Letizia (il padre di Noemi) ed il Clan Letizia affiliato ai Casalesi. Lo afferma il sito La Voce delle Voci, a firma di Rita Praga, con un dossier: Isso esso e a malavita del 29/05/2009 ripresa il 05/06/2009 ed il 07/07/2009 da Rita Pennarola.

Peraltro, recentemente, Noemi ha rilasciato a Sky un'intervista decisamente in contrasto con quanto detto in precedenza con riguardo ai legami tra la sua famiglia e Silvio Berlusconi, e - quindi - sul tipo di rapporti che sono intercorsi tra lei e lui.

2) Escort.
Tutto nasce da l'inchiesta di mala sanità: ci sarebbero stati episodi di corruzione per la fornitura di protesi. Ascoltando le conversazioni per questo filone di inchiesta, gli inquirenti hanno sentito alcuni dettagli relativi alle feste nelle ville del premier, e soprattutto hanno intuito che circolano soldi e regali. Anche in questo caso il tema della privacy lascia il tempo che trova: non ci interessa sapere tanto quanto paga Berlusconi una prostituta; così è questione di lana caprina il fatto che Berlusconi sia «l'utilizzatore finale» o meno (concetto tra l'altro decisamente squallido che lascia intendere una concezione della donna come oggetto).

Ciò che è importante è capire se Silvio Berlusconi - CAPO DEL GOVERNO QUINDI PERSONAGGIO PUBBLICO - va con le escort (peraltro dopo aver condotto una battaglia contro la prostituzione) o se queste persone sono state assoldate da altri per incastrarlo (se così fosse si dovrebbe sapere perché); se queste escort o chi per loro siano a conoscenza di elementi che non dovrebbero conoscere.

3) Avvenire.
Alla base di tutto c'è un caso giudiziario riguardante l'ex direttore dell'Avvenire Boffo. Il caso è del 2004, ma solo a fine agosto 2009 Feltri se ne ricorda. Cito da un articolo apparso su AltroQuotidiano.it il 30 agosto 2009 che riporta una dichiarazione di Feltri: «Io non provo nessun imbarazzo, l’imbarazzo dovrebbe essere di Bagnasco se lo sapeva e anche di Boffo. Mi rendo conto che è un’intromissione nel suo privato e mi dispiace ma quello che volevo dire era proprio questo, il mio discorso era politico. Volevo dire che bisogna fare attenzione al privato se non hai tutte le carte in regola e nessuno di noi ce l’ha. Io per esempio non mi permetterei di fare la morale sulle signorine con cui qualcuno si accompagna. Non capisco perché si può fare a Berlusconi e non al direttore dell’Avvenire, non siamo tutti uguali?».

Strano concetto dell'uguaglianza: non siamo tutti uguali in merito ai processi, ma siamo tutti uguali per la privacy? E poi: voglio anche solo per un attimo concedere che violare la privacy del premier sia sbagliato, occorre ripetere l'errore con tutti? La solfa è sempre uguale: noi siamo tutti uguali, ma le situazioni ed i ruoli di ciascuno di noi sono diversi. Il principio di uguaglianza dice esattamente questo: situazioni uguali vanno giudicate in modo uguali, situazioni diseguali vanno giudicate in modo diseguale. Cito dal video di Travaglio che allego: «il privato diventa pubblico quando si vuole negare agli altri comportamenti che invece si tengono in proprio». Berlusconi che si dichiara cattolico, e poi non si comporta come tale; esalta la sua famiglia, e la famiglia in generale, ma poi l'imbarazza con atteggiamenti quanto meno dubbi. E riguardo a Boffo, c'è da dire che se si dirige un quotidiano cattolico, occorre accettare le regole del mondo cattolico. Ciò che è accaduto a Boffo è uno «scheletruccio» (cito da Travaglio) che favorisce quanto meno dei dubbi sulla coerenza della scelta.

Ma ciò che è grave, secondo me, è l'informazione ad orologeria: è singolare la tempistica della fuoriuscita della notizia, la quale, essendo datata agosto 2004, è stata tenuta nel cassetto per molto tempo e tirata fuori al momento opportuno, ed è plausibile che il «casus belli» è forse ciò che ha scritto l'Avvenire il 05/05/2009: un articolo in cui invitava il premier ad una maggiore sobrietà.

Due rimandi: per chi volesse saperne di più su Vittorio Feltri vi rimando ad un articolo de L'Espresso decisamente interessante; al Passaparola di Travaglio del 31/08/2009 per approfondire la questione del caso Boffo.
Ringrazio Veneris, il quale mi ha segnalato il sito Lavocedellevoci.it
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2 commenti:

  1. Io da uomo di sinistra mi auguro di avere dall'altra parte una destra un pochino migliore e solo la chiesa ha le capacità di creare un nuovo soggetto politico che tolga voti al pdl. Se la rottura con la chiesa del pdl (Caso Avvenire)sarà definitiva ciò potrà avverarsi, Fini e Montezemolo potrebbero avvicinarsi con Casini..

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  2. Anche io mi auguro una destra migliore (non ci vuole molto). Sono convinto che ci sono molte persone e diverse idee provenienti da destra che possano contribuire positivamente; ma non il degrado politico ed etico che vedo.

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