Elena Donazzan, assessore all’istruzione della Regione Veneto, sta lavorando per inserire l’ora di religione, cattolica, obbligatoria per tutti, sostenendo che le principali regole di comportamento derivano da valori che discendono dalla religione cattolica. La Donazzan, come molte persone indottrinate, dimentica che, a pensarci bene, le regole di comportamento sono previste anche dal diritto. Non rubare, non uccidere e non desiderare le cose degli altri sono un modo diverso, più semplice, per definire il furto/il furto con scasso/il furto aggravato oppure l’omicidio doloso/colposo/preterintenzionale. E un assessore, pagato con i soldi pubblici e non dal Vaticano, dovrebbe trasmettere questo segnale, non mostrare ancora una certa sudditanza al Vaticano. È normale che poi Bagnasco si monta la testa e dice che la Chiesa può fare politica.
Conclusione: non confondiamo le regole di comportamento con le radici e con la cultura. Le regole di comportamento vanno insegnate come educazione civica, spesso trascurata nelle patrie scuole. La cultura presuppone che si conoscano le principali religioni, per non averne paura e per potersi integrare tutti e bene nella legalità e nella civiltà. La religione sicuramente va rispettata, ma è cosa diversa dal diritto; anche se, come il diritto, comporta certo delle regole di comportamento. E se proprio dobbiamo parlare di valori, è bene che tutti ricordino che la nostra Costituzione impone all’Italia di essere uno stato laico. La religione di ognuno di noi è assolutamente un quid privato, riservato. Ognuno di noi dev’essere libero nella scelta consapevole della religione che si vuole praticare (o di non praticare nessuna religione). Ma la consapevolezza deriva dalla conoscenza, da cui l’obbligo per la scuola di insegnare le varie culture religiose principali. Ma questo se si vuol parlare di uno stato laico, concetto che in varie occasioni sento come violentato, cambiato, dimenticato. Questa è una di quelle occasioni.
Conclusione: non confondiamo le regole di comportamento con le radici e con la cultura. Le regole di comportamento vanno insegnate come educazione civica, spesso trascurata nelle patrie scuole. La cultura presuppone che si conoscano le principali religioni, per non averne paura e per potersi integrare tutti e bene nella legalità e nella civiltà. La religione sicuramente va rispettata, ma è cosa diversa dal diritto; anche se, come il diritto, comporta certo delle regole di comportamento. E se proprio dobbiamo parlare di valori, è bene che tutti ricordino che la nostra Costituzione impone all’Italia di essere uno stato laico. La religione di ognuno di noi è assolutamente un quid privato, riservato. Ognuno di noi dev’essere libero nella scelta consapevole della religione che si vuole praticare (o di non praticare nessuna religione). Ma la consapevolezza deriva dalla conoscenza, da cui l’obbligo per la scuola di insegnare le varie culture religiose principali. Ma questo se si vuol parlare di uno stato laico, concetto che in varie occasioni sento come violentato, cambiato, dimenticato. Questa è una di quelle occasioni.
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