Di buon mattino sono spesso carico di buone intenzioni. Un po’ come la strada dell’inferno. Se incontro qualcuno che conosco che nemmeno mi saluta, chiunque sia, il mio pensiero è che non è così importante nella mia vita. E quindi chi se ne frega.
Entro in metropolitana - perché a meno che non ci sia necessità assoluta, è sempre consigliabile lasciare la macchina a casa nelle città come Napoli - e penso alla differenza con Roma. A Roma non hai il tempo di accorgerti che hai perso la metropolitana che un minuto dopo ne arriva un’altra. A Napoli hai tempo di pensare di tutto un po’ nei dieci minuti medi di attesa. Io osservo. Per esempio attendendo in banchina la metropolitana, osservo i ragazzi che hanno i cellulari con la musica a palla (complimenti a chi domenica scorsa mi ha fatto ascoltare due canzoni diverse in stereofonia nell’arco di pochi metri). Il primo post di questo blog fu dedicato a loro colleghi che invece avevano l’ipod con le cuffie sparato a palla. In pratica il vantaggio delle cuffie buttato a mare. Adesso si sono evoluti, solo che invece di abbassare il volume hanno giustamente tolto le cuffie.
Arriva per fortuna la metropolitana, e mentre sto per arrivare a destinazione non posso fare a meno di vedere i bambini seduti e spaparanzati comodamente, i genitori/nonni in piedi con gli zainetti. Non mi meraviglia poi immaginare che se non sei abituato a far sedere i tuoi genitori o i tuoi nonni, con gli sconosciuti te ne fregherai completamente.
Destinazione: riesco a farmi largo tra chi, pensando che il capolinea duri circa due secondi netti, è in pratica serigrafato alla porta vicino alla scritta che dice lasciare scendere. Pur essendo patentato ed automunito, muovendomi a piedi per Napoli per le strade principali, non posso fare a meno di godere fisicamente vedendo il traffico bloccato ed io a piedi che vado più rapidamente. Prima o poi si stuferanno di usare l’auto quando non serve, pur di evitare il traffico. Nel contempo rodo nel vedere chi attraversa - sulle strisce pedonali o con il verde - rischiando a causa di chi si muove in spregio di ogni regola.
È un po’ la cultura della corsa in auto ad essere sbagliata. Non è detto che ad andare in auto si faccia prima: l’auto devi parcheggiarla, possibilmente trovando un posto regolare e non in modo barbino; devi affrontare il traffico - se stai fermo in auto non è che si fa poi così presto - si dovrebbero rispettare semafori e limiti di velocità (ma purtroppo se non hai la minaccia della multa è difficile trovare qualcuno come me che lo faccia sua sponte).
Quando torno a casa, mi sento quasi al sicuro e con una convinzione forte: un miglioramento della società potrà essere visibile quando si comincerà a far rispettare quotidiane regole di convivenza. Chi è ben abituato “semplicemente” alla buona educazione ed al rispetto delle regole, non avrà mai problemi particolari e - se ne avrà - potrà sempre farsi forza con la convinzione di essere nel giusto.
Entro in metropolitana - perché a meno che non ci sia necessità assoluta, è sempre consigliabile lasciare la macchina a casa nelle città come Napoli - e penso alla differenza con Roma. A Roma non hai il tempo di accorgerti che hai perso la metropolitana che un minuto dopo ne arriva un’altra. A Napoli hai tempo di pensare di tutto un po’ nei dieci minuti medi di attesa. Io osservo. Per esempio attendendo in banchina la metropolitana, osservo i ragazzi che hanno i cellulari con la musica a palla (complimenti a chi domenica scorsa mi ha fatto ascoltare due canzoni diverse in stereofonia nell’arco di pochi metri). Il primo post di questo blog fu dedicato a loro colleghi che invece avevano l’ipod con le cuffie sparato a palla. In pratica il vantaggio delle cuffie buttato a mare. Adesso si sono evoluti, solo che invece di abbassare il volume hanno giustamente tolto le cuffie.
Arriva per fortuna la metropolitana, e mentre sto per arrivare a destinazione non posso fare a meno di vedere i bambini seduti e spaparanzati comodamente, i genitori/nonni in piedi con gli zainetti. Non mi meraviglia poi immaginare che se non sei abituato a far sedere i tuoi genitori o i tuoi nonni, con gli sconosciuti te ne fregherai completamente.
Destinazione: riesco a farmi largo tra chi, pensando che il capolinea duri circa due secondi netti, è in pratica serigrafato alla porta vicino alla scritta che dice lasciare scendere. Pur essendo patentato ed automunito, muovendomi a piedi per Napoli per le strade principali, non posso fare a meno di godere fisicamente vedendo il traffico bloccato ed io a piedi che vado più rapidamente. Prima o poi si stuferanno di usare l’auto quando non serve, pur di evitare il traffico. Nel contempo rodo nel vedere chi attraversa - sulle strisce pedonali o con il verde - rischiando a causa di chi si muove in spregio di ogni regola.
È un po’ la cultura della corsa in auto ad essere sbagliata. Non è detto che ad andare in auto si faccia prima: l’auto devi parcheggiarla, possibilmente trovando un posto regolare e non in modo barbino; devi affrontare il traffico - se stai fermo in auto non è che si fa poi così presto - si dovrebbero rispettare semafori e limiti di velocità (ma purtroppo se non hai la minaccia della multa è difficile trovare qualcuno come me che lo faccia sua sponte).
Quando torno a casa, mi sento quasi al sicuro e con una convinzione forte: un miglioramento della società potrà essere visibile quando si comincerà a far rispettare quotidiane regole di convivenza. Chi è ben abituato “semplicemente” alla buona educazione ed al rispetto delle regole, non avrà mai problemi particolari e - se ne avrà - potrà sempre farsi forza con la convinzione di essere nel giusto.
Non posso che essere d'accordo con te! Si nota troppa maleducazione in giro e poco rispetto per le persone, per l'ambiente, per gli animali.
RispondiEliminaIo sono per far rispettare le regole sempre e comunque!
Concordo.
RispondiEliminaL'educazione è indispensabile e dobbiamo insegnarla fin da piccoli ai nostri figli. Può non sembrare vero, ma anche nei comportamenti dei bimbi si può notare a volte molta maleducazione, che ovviamente rispecchia quella dei genitori.
concordo in tutto.
RispondiEliminaLa maleducazione è ovunque e la si nota anche in queste cose