4 mag 2009

E se ci disabilitano Facebook?

Traiamo spunto, oggi, da un articolo per discutere su quanto la società di oggi dipenda o meno da Facebook. Ne saremo servi?
Caro Sandro,
leggo con un certo sgomento che è stato denunciato alle autorità il sito “Facebook” perché qualche capoccione del noto social network ha deliberatamente disabilitato - senza motivo - l’accesso ad un utente italiano.


Puoi leggere anche tu tutto l’articolo (molto interessante tra l’altro) all’indirizzo http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2009/05/04/?ref=hpsbsx
Ebbene, non mi interessa stare ora a disquisire su chi abbia ragione (se Facebook o l’utente danneggiato) in questa vicenda.

La magistratura farà il suo corso (se lo farà) e accerterà le responsabilità reciproche.

Quello che mi lascia un po’ inquieto è nel vedere come, piano piano, le persone stanno diventando letteralmente schiave del loro “orticello” virtuale. Non voglio, come al solito, fare dietrologia da quattro soldi, ma questi diabolici network catturano le energie e i pensieri della gente, che comincia a utilizzarli per comunicare col mondo. Non che questo sia sbagliato in sé, ma il problema è che quando qualcuno dall’alto gli “stacca la spina” arriva quella fastidiosa sensazione di paura, di isolamento, di perdita di contatto col mondo.

Ma bisogna riflettere sul fatto che i contatti “virtuali” con le persone, sono di gran lunga più labili e blandi dei contatti nella vita reale.

Non si può affidare la gestione della propria vita sociale esclusivamente a Facebook, come purtroppo oggi molti fanno. Appuntamenti, orari, incontri, cene, serate: sono in tanti quelli che utilizzano FB per “restare in contatto con i propri amici” (è proprio lo slogan del servizio). Sicuramente è comodo, con pochi clic, informare gli altri di un evento, di una serata in via di organizzazione, di una rimpatriata tra amici e così via. Ma bisogna stare attenti a non utilizzare esclusivamente questo metodo, perché alla lunga esso può in qualche modo “sostituire” la comunicazione reale e soppiantarla. Col risultato che, se un domani, per qualsiasi motivo, non posso più accedere al mio account, di colpo mi vedo sparire un pezzo della mia vita sociale.

Quindi il consiglio che mi sento di dare, a tutti, anche alla luce di quanto accaduto al nostro utente è: usate di meno facebook!!

Non vorrei apparire un passatista bigotto d’altri tempi, ma credo che la pericolosità di un utilizzo esclusivo di internet sia da non sottovalutare.

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Caro Lele,
tocchi un tasto dolente per molti: si chiama assuefazione. Il meccanismo è analogo a quello che scaturisce dall’utilizzo di droghe, ma ovviamente con le debite differenze. Se ci fai caso avviene così - un esempio tra tanti - anche per il cellulare: una semplice batteria scarica, getterà molti nel panico, mentre poco più di dieci anni fa il cellulare era un privilegio di pochi, e tutti noi sapevamo benissimo farne a meno, senza per questo esser condannati all’eremitaggio.

Probabilmente, per Facebook, è colpa dell’approccio errato che si ha con la tecnologia e con le sue molteplici applicazioni. O forse anche scaturente dal fatto che i contatti vengano chiamati AMICI (banalizzandone il concetto): con vari tra i relativi contatti/amici magari non si ha un reale vincolo di amicizia, magari solo perché sono colleghi di lavoro, colleghi universitari, semplici conoscenti: l'amicizia è condivisione reale di idee, di esperienze e di molto altro. Chiamarli CONTATTI, forse aiuterebbe a conferire una dimensione un po' diversa a tale realtà virtuale: contattare qualcuno può presupporre i più svariati motivi. Comunque sia non credo si tratti di essere bigotti o passatisti: semplicemente ogni strumento può essere utilizzato in diversi modi, alcuni dei quali sono più corretti, altri meno. Vorrei rielaborare il messaggio che vuoi far passare tu: usate meglio Facebook, senza perdere il contatto con la realtà. Questo perché usare Facebook al punto da perdere il contatto con la realtà, vuol dire usarlo troppo, ma usarlo anche male.

Concludo: fintantoché Facebook rimane un mezzo per riprendere contatti persi, o per facilitare i contatti reali e concreti, o anche un mezzo cui dedicare una parte del proprio tempo per svagarsi (con tutte le bagattelle annesse e connesse), è anche discretamente utile. Il problema (REALE e non virtuale) si ha se diventa la proiezione esclusiva della nostra vita, allora c'è un problema REALE e condivido che possa diventare un pericolo specie perché talvolta è difficile rendersi conto di essersi faccialibbrizzato, quindi diviene difficile rendersi conto del problema, salvo il risveglio traumatico che si ha quando di punto in bianco si perde il proprio account, o quando ci si rende conto che molti dei propri contatti hanno una vita reale al di là di Facebook.

1 commento:

  1. condivido l'articolo, Facebook ormai è parte attiva della nostra società, facciamocene una ragione.

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