La volontà di divorzio da Silvio Berlusconi, da parte di Veronica Lario è sintomo che quest’ultima non deve proprio aver sopportato che il marito possa francamente pensare che lei è la vittima di certa stampa comunista. È ovvio. Dal canto suo, Berlusconi non dovrà certo aver digerito volentieri che la lettera aperta spedita dalla (quasi ex) moglie nel 2007 sia stata spedita a Repubblica, e non a qualche quotidiano di sua proprietà. D’altronde il servizio mano nella mano dell'estate successiva è stato tutto appannaggio dei suoi quotidiani (una sorta di risarcimento danni). Se la moglie l’avesse quanto meno avvertito, il premuroso premier avrebbe decisamente preparato una risposta degna di questo nome, preparato un numero speciale di Panorama, con un lancio pubblicitario ed un ritorno economico e d’immagine senza precedenti.
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Per serietà personale devo comunicare che, in considerazione del fatto che secondo Freedom of Press l’Italia è retrocessa al 73° posto su 195 per la libertà di stampa ed è l’unico paese europeo ad essere considerato semilibero (a causa anche del controllo di Mediaset da parte di Berlusconi e della legge Gasparri), e considerato che mentre preparavo il post di oggi mi ha telefonato Catone il Censore dall’Aldilà, eviterò di scrivere che nel mese di marzo i senatori hanno lavorato per 69 ore (distribuiti in 12 giorni); nel mese di aprile 43 ore distribuite in 9 giorni di seduta. Un dipendente pubblico normale lavora otto ore al giorno per cinque giorni a settimana le ore di lavoro sono 160 ore settimanali distribuite su 20 giorni al mese: per uno stipendio molto meno alto di quello dei senatori.
grande veronica lario! ti adoro!
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