La querelle Travaglio - Santoro merita alcune riflessioni:
1) Travaglio ha perfettamente ragione quando sostiene che non è un dibattito ma una battaglia snervante e disperante fra chi tenta di raccontare, analizzare, commentare quel che accade e chi viene apposta per impedirci di farlo e costringerci a parlar d’altro [...] senza contare l'odiosa abitudine di tutti coloro i quali parlano addosso agli altri [...]
2) Ne consegue che ritengo che Santoro abbia torto marcio quando ritiene che il sovrapporsi di voci renda imprevedibile il programma. Se Travaglio-Belpietro-Lupi parlano insieme fuoriesce un guazzabuglio di voci e strilla che rende inascoltabile il programma. Non vuol dire fare documentari stile BBC o stile Gabbanelli: significa civiltà e buona educazione.
3) Comprendo che Travaglio sia profondamente amareggiato e snervato dal dover subire accuse gratuite, quanto false e non attinenti al merito della trasmissione, ma - per averne conosciute personalmente - so che le persone disoneste mentalmente esistono ad ogni livello, e con una disonestà di diversa intensità e forza. Ebbene chi è disonesto sotto il profilo mentale, chi si dedica quindi a prostituire la propria intelligenza, PRIMA crea dal nulla un'idea che gli garba, POI cerca soltanto tutti quegli indizi, anche i più labili, che sostengano quanto loro hanno abilmente (?) creato, a costo di espungere dalla realtà singole frazioni di episodi: come prendere 15 tessere di un mosaico che invece ne ha 10.000, e darne una visione d'insieme spacciandola per verità assoluta. In realtà il procedimento è esattamente il contrario: raccogliere il maggior numero di indizi, e POI crearsi un'idea. Contro questo tipo di persone non c'è null'altro da fare che denunciare le falsità in tribunale ogni qualvolta gliele ripetono (potrebbe essere un utile modo per vivere di rendita e disincentivare tali falsità), oppure ringraziare ed andarsene senza tante storie: amici più di prima ma per i fondelli non mi ci faccio prendere per la tua bella faccia.
1) Travaglio ha perfettamente ragione quando sostiene che non è un dibattito ma una battaglia snervante e disperante fra chi tenta di raccontare, analizzare, commentare quel che accade e chi viene apposta per impedirci di farlo e costringerci a parlar d’altro [...] senza contare l'odiosa abitudine di tutti coloro i quali parlano addosso agli altri [...]
2) Ne consegue che ritengo che Santoro abbia torto marcio quando ritiene che il sovrapporsi di voci renda imprevedibile il programma. Se Travaglio-Belpietro-Lupi parlano insieme fuoriesce un guazzabuglio di voci e strilla che rende inascoltabile il programma. Non vuol dire fare documentari stile BBC o stile Gabbanelli: significa civiltà e buona educazione.
3) Comprendo che Travaglio sia profondamente amareggiato e snervato dal dover subire accuse gratuite, quanto false e non attinenti al merito della trasmissione, ma - per averne conosciute personalmente - so che le persone disoneste mentalmente esistono ad ogni livello, e con una disonestà di diversa intensità e forza. Ebbene chi è disonesto sotto il profilo mentale, chi si dedica quindi a prostituire la propria intelligenza, PRIMA crea dal nulla un'idea che gli garba, POI cerca soltanto tutti quegli indizi, anche i più labili, che sostengano quanto loro hanno abilmente (?) creato, a costo di espungere dalla realtà singole frazioni di episodi: come prendere 15 tessere di un mosaico che invece ne ha 10.000, e darne una visione d'insieme spacciandola per verità assoluta. In realtà il procedimento è esattamente il contrario: raccogliere il maggior numero di indizi, e POI crearsi un'idea. Contro questo tipo di persone non c'è null'altro da fare che denunciare le falsità in tribunale ogni qualvolta gliele ripetono (potrebbe essere un utile modo per vivere di rendita e disincentivare tali falsità), oppure ringraziare ed andarsene senza tante storie: amici più di prima ma per i fondelli non mi ci faccio prendere per la tua bella faccia.
Trovate, oltre che su questo post, anche sull'home page del blog il testo delle lettere tra Travaglio e Santoro.
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