27 ott 2010

Chiesta l'archiviazione per Fini: Feltri ingoia il boccone amaro, Sallusti rosica e Belpietro s'è spaventato più che quando gli hanno fatto l'attentato.

Il Pm ha chiesto l'archiviazione per Fini: non ha evidentemente riscontrato elementi che comprovassero in giudizio il reato denunciato. Le reazioni de Il Giornale e di Libero sono da segnalare.




La prima frase dell'articolo del duo Chiocci-Malpica «È tutto vero, ma per i Pm bisogna chiuderla qui» contiene in sè tre errori madornali in dieci parole.

Il primo è che i Pm vogliano peresguitare Berlusconi e proteggere Fini.
Non importa se il PM (Laviani) è lo stesso per l'inchiesta di Montecarlo e per l'inchiesta di Berlusconi (l'ipotesi di accusa è evasione fiscale) Se indaga sul primo è sicuro che Fini ha compiuto qualcosa di marcio, se indaga su Berlusconi,  questi diventa perseguitato e diventa di colpo anche comunista e politicizzato. Analogamente se si chiede l'archiviazione per Fini si insinua il sospetto che sia qualcosa di losco, che si voglia insabbiare tutto. E quel che è peggio è che la gente ci crede!

Feltri ingoia il boccone amaro
Il secondo errore è che NON È TUTTO VERO.
Se fosse stato tutto vero avrebbero rinviato Fini a giudizio non vi pare? Qui si fonda tutto sull'ignoranza dell'uomo medio relativamente al processo penale. Il PM ha l'obbligo di vedere se sei colpevole o meno e a tal fine svolge delle indagini. Se dalle indagini preliminari il PM non trova prove e riscontri astrattamente idonei a sostenere l'accusa in giudizio, può chiedere l'archiviazione, non è premiato se ti rinvia a giudizio. Qual è il vantaggio? Semplice: se viene concessa l'archiviazione le indagini per quel presunto reato e relativamente a quella persona possono essere riaperte in qualunque momento se uscissero fuori elementi che al momento non erano a disposizione degli inquirenti. Se una persona viene assolta nel merito, per il principio del ne bis in idem, non può essere riprocessata ed ottenere una condanna. Non mi pare una cosa tanto complessa da capire, ma se non la si spiega si fa credere che i PM sono comunisti.


Mi rendo conto che per Feltri, Sallusti e Belpietro è dura da digerire, ma le accuse vanno dimostrate vigendo il principio di non colpevolezza non solo per Berlusconi e per i suoi comparielli, ma anche per chi da lui dissente.


Fermo restando che i PM non guadagnano un premio se madano Berlusconi in galera: a fine mese lo stipendio se lo prendono ugualmente.

Il terzo errore è che l'archiviazione non la dispone il PM ma il GIP.
Su questa confusione giocano spesso Berlusconi ed i suoi subalterni: nel caso di Fini, il PM ha chiesto l'archiviazione, ed il GIP valuterà se concederla o meno. Quest'ultimo potrebbe legittimamente chiedere al PM un supplemento di indagini o chiedere di procedere a rinvio a giudizio se ritiene opportuno. Analogamente accade quando il PM chiede il rinvio a giudizio il GIP può anche ritenere opportuno archiviare. Occhio, quindi, quando parlano dei PM.

Altri errori sparsi nell'articolo riguardano il prezzo effettivo dell'immobile.
Dunque il fatto è semplice: il tribunale penale vede se hai commesso un reato. E si è accertato che non c'è nessun elemento che faccia presumere che Fini abbia voluto compiere una truffa. Detto questo, relativamente al prezzo occorre dire che la stima effettuata per fini ereditari è di 273 mila euro e la vendita è stata di 300 mila euro. Orbene il Tribunale Civile è quello che per definizione è tenuto a accertare se e in che misura vi siano stati dei danni, a meno che, nell'ambito di un processo penale, non vi sia stata una costituzione di parte civile (che non mi risulta). Quindi non è che il Tribunale penale di Roma se n'è lavato le mani: è solo che hanno compiti tendenzialmente diversi.

Anche perché sulla questione del prezzo la procura dice che «il valore di mercato dell’immobile era triplicato al momento dell’alienazione rispetto a quello dichiarato a fini successori (273mila euro). Tale valutazione è stata effettuata in astratto, senza tener conto delle condizioni concrete del bene, descritto dai testi come fatiscente. Qualsiasi doglianza, quindi, sulla vendita a prezzo inferiore non compete, per queste ragioni, al giudice penale ed è eventualmente azionabile nella competente sede civile»



Sallusti, nel suo editoriale, non l'ha presa benissimo, ed il titolo è un chiaro esempio di come non si dovrebbe fare giornalismo: la notizia non è, in questo titolo, che viene chiesta l'archiviazione per Fini ma che È indagato (come se le indagini dovessero ancora svolgersi, mentre anche se tecnicamente è ancora indagato ma è stata chiesta l'archiviazione: va sottolineato questo).
L'espressione pacata di Sallusti mentre scriveva l'editoriale di oggi

Altro elemento: si nasconde qualcosa che non si dovrebbe fare, non è obbligatorio comunicare alla stampa che una persona, ancorché terza carica dello stato, è indagata. Può dirsi che è strano ma non che si sia nascosto.

Quello che si vuole tutelare è che l'indagato sappia delle indagini a suo carico prima che lo sappia la stampa, non che la stampa debba saperlo per forza. Sarebbe piaciuto a SallustiFeltri fare lo scupppppone ma niente. Dispiace molto eh?? Tanto tanto! Peraltro l'avviso di garanzia si manda per gli atti che l'indagato deve compiere con l'ausilio del difensore. Vi pare che si mandi avviso per una perquisizione, per un sequestro o per le intercettazioni telefoniche? Vi pare? No, essendo atti a sorpresa proprio no.

In ultimo occorrerà spiegare a Sallusti, da un lato, che nelle indagni preliminari non è necessario interrogare l'indagato e che questo non è sintomo di simpatia del PM per l'indagato e dall'altro che i giudici penali, per quanto detto sopra, non se ne lavano le mani e smentiscono in pieno almeno il 50% del teorema costruito da Il Giornale: Fini allo stato attuale delle conoscenze non ha commesso alcun reato, e si dovrà semmai valutare se ha causato un danno economico al partito. Semmai.

Belpietro e Bechis su Libero non sono da meno: dopo aver smaltito la paura per un attentatore che ha visto solo il poliziotto di scorta di Belpietro, hanno (il primo) sostenuto che era tutto previsto e prevedibile, non certo perché forse il reato non fosse comprovato, e poi che le responsabilità morali e politiche sono enormi. Il secondo, il vicedirettore di Libero, accusa Fini di avvalersi di leggi ad hoc (non certo Berlusca, ma FINI!!) perché aveva voluto una legge, nel 2006, che prevedesse «l'esonero degli amministratori dei partiti dalla responsabilità per le obbligazioni contratte in nome e per conto di tali organizzazioni, salvo che abbiano agito con dolo o colpa grave». Fa notare Wil giustamente che è un dettaglio che nulla ancora si sapesse della casa di Montecarlo nel 2006. Dettagli: intanto instauriamo il dubbio.

Su, cari Belpietro-Bechis-Feltri-Sallusti: non rosicate dai.

3 commenti:

  1. È una bella analisi, per molti aspetti utile: ma secondo me non si è capito il fondo delle contestazioni mosse dal "Giornale": che stava proprio nel fatto che la stessa procura indaghi sia Berlusconi che Fini, e per Berlusconi violi le norme sputtanando l'indagato, mentre per Fini le rispetta rigorosamente... Il "Giornale" non ha mai detto che il magistrato avrebbe dovuto lasciar sapere alla stampa che Fini era indagato: ha detto, semplicemente, che le garanzie di legge sono state riconosciute SOLO a Fini.
    Poi, ci sono altri aspetti che questo articolo ha dimenticato, nelle contestazioni mosse: il fatto che sia stato verbalizzato solo uno degli indagati (Pontone) e non l'altro (Fini); che, sull'ipotesi della truffa, non si sia indagato nella direzione più ovvia, cioè Tulliani: perché non s'è ritenuto necessario ascoltare colui che la truffa avrebbe potuto confezionarla? Ripeto: è una bella analisi, ma pecca di anti-giornalismo (nel senso di ostilità preconcetta al "Giornale"). Peccato, perché gli elementi meriterebbero di essere analizzati tutti, con tranquillità...
    Per il resto: bel blog, lo scopro ora per caso. Un po' troppo azzurro, ma complimenti.

    Diego

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  2. Caro Diego ti ringrazio sia per i complimenti sia per le osservazioni critiche (i primi fanno piacere, le seconde sono sempre utili a migliorarsi e quindi le accetto ben volentieri). Però consentimi di obiettare:

    1) non pretendendo di essere Montanelli non penso di aver peccato "di antigiornalismo (nel senso di ostilità preconcetta a Il Giornale)": leggo che hai scoperto da poco il blog, e quindi immagino ti sia sfuggito che alcuni giorni fa ho esplicitamente scritto che avrei riservato lo stesso trattamento riservato al Giornale anche se L'Unità, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano o i classici quotidiani c.d. di sinistra si fossero comportati analogamente a Il Giornale.

    2) Sul mancato interrogatorio di Fini e Tulliani l'osservazione tua (e del Giornale) è più che giusta e la condivido e non è da escludere che il GIP possa disporre un supplemento di indagini e quindi che la procura possa chiedere ulteriori chiarimenti (a dimostrazione che non contesto il Giornale a prescindere). Ma l'unica spiegazione logica che mi do su tale assenza è che i PM potrebbero aver valutato come sufficienti le informazioni acquisite con le rogatorie internazionali e con gli interrogatori effettuati per stabilire come non sussistente il reato ascritto e quindi hanno ritenuto di non dover ascoltare Fini e Tulliani. Per quanto possa risultare strano, e non lo è poi così tanto vista in quest'ottica, non hanno violato alcun obbligo in questo.

    3) Per quanto sia anomalo quanto accaduto con Fini (pochissime le c.d. fughe di notizie), quello che per certo posso dirti è che le indagini preliminari e gli atti al loro interno sono ancora pubbliche salvo la necessità di inviare avvisi di garanzia (a tutela dell'indagato) e salvo che gli inquirenti non stabiliscano di secretarle per evitare di rovinare il lavoro svolto (con conseguente mancanza di risultati raggiunti): sta di fatto che (in quanto a gravità, e quindi in quanto anche ad attenzione posta dalla stampa in generale) un conto è un indagine sulla vendita di un immobbile ad 1/3 del suo reale valore ed un conto sono le indagini sull'evasione fiscale, sull'associazione mafiosa e sulla corruzione.

    4) A proposito di violazione della privacy (se vi fosse stata nelle indagini su Berlusconi dovrebbero esserci accurate indagini sul tema che non mi risultano) non ho fornito io le intercettazioni al Giornale di Fassino che parlava con Consorte o i video compromettenti di Marrazzo.

    5) Sto cercando una grafica migliore per il blog ma ancora non ho trovato nulla che mi convinca.

    p.s. ti rinnovo i ringraziamenti sia per le critiche che per i complimenti e spero di potermi confrontare spesso con te.

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  3. Devo integrare quanto scritto sui video di Marrazzo: a quanto risulta è stato avvisato da Berlusconi lo stesso Marrazzo e non Il Giornale come potrebbe sembrare dal commento.

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