19 ott 2010

Per ricordarsi delle problematiche dei gay è necessario che li pestino a sangue o al massimo l'intervista di Tiziano Ferro su Vanity Fair.

Ci si ricorda dei gay se Tiziano Ferro mette in piazza su Vanity Fair una questione intima; se un gay viene pestato a sangue, e finisce in cronaca nera prima ancora che in rianimazione o peggio al cimitero. Altrimenti dei gay ci si dimentica. Ci si dimentica delle discriminazioni subdole, che secondo me sono la maggior parte: gli sguardi dei vecchi in paese seduti al bar, i commenti sotto voce ("Hai visto quelli!!"), le toccate di gomito e il sorrisetto di sfottò. Per non parlare di quella gentaglia che fa passare l'omosessualità come perversione e come malattia. Non si dice nulla se un sito come Pontifex.Roma straparla sull'omosessualità definendola, o lasciando che gli intervistati la definiscano, come perversione e malattia.

Questa discriminazione "spicciola" non finisce sui giornali, non saprebbero neanche che scrivere: non un ferito, non un morto ammazzato con cui discutere ipocritamente se la tendenza sessuale della vittima sia un'aggravante o meno. Ipocritamente perché dopo qualche giorno non se ne parla più. Ipocritamente perché chi compie questi gesti infami comunque sia dopo poco esce dal carcere, se c'è mai entrato.

Ipocritamente perché, invece di parlare delle aggravanti o delle attenuanti, non si parla del reato e nessuno si pone il problema che le lesioni personali sono considerati gravi tanto quanto un furto aggravato: se la pena è il sintomo dal quale capire la gravità del reato (per cui più alto è il numero di anni in galera, più grave è ciò che hai commesso) allora il caso più grave di lesioni personali (quelle gravissime) vengono sanzionate con un periodo che va da 6 a 12 anni di galera. Il furto aggravato al massimo con dieci anni di galera.

Per la cronaca le lesioni personali gravissime sono quelle che comportano la perdita o la mutilazione di un arto, la perdita di un senso, di un organo o della capacità di procreare, o una permanente e grave difficoltà nel parlare o la deformazione o lo sfregio permanente del viso.

Per cui potrebbe arrivarsi al paradosso che un ladro d'appartamento, che si apposta per studiare i vostri movimenti, si procura magari una copia delle chiavi, s'introduce a casa vostra ruba tutto e se lo porta, si prende magari il massimo proprio per la sua abitualità al reato, e per tutta una serie di circostanze.

Poi ci sarà un figlio di buona mamma (sono un signore e non dico un figlio di zoccola), che pesta a sangue una coppia gay li manda in rianimazione per giorni, a causa delle mazzate prese ad uno dei due, o ad entrambi viene asportata la milza (capita no?) con tutto quello che ne consegue. In virtù del fatto che magari non è pregiudicato gli si danno le attenuanti e se la cava con 7-8 anni di galera e lo stesso discorso vale per quelle amabilissime teste di cazzo che per noia bruciano i barboni che dormono sulle panchine.

Stando così le cose proporrei
a) Per il furto aggravato massimo 7 anni.

b) Per le lesioni personali il divieto di attenuanti per chi compie lesioni personali gravi e gravissime, e l'aumento della pena di tutti i tipi di lesione: da un minimo di 12 anni per le lesioni personali lievi ad un massimo di 30 anni per le lesioni personali gravissime.

Così: almeno per ripristinare un po' di proporzionalità.

3 commenti:

  1. Pablo Picasso era un donnaiolo, ma si dichiarò GAY ONORARIO. Penso che ogni persona dotata di un minimo di sensibilità e di intelligenza dovrebbe fare lo stesso!

    Il problema, qui in Vatikalia, si aggrava proprio per le posizioni naziomofobe papestri: consiglio al riguardo l'ottimo volume I TRIANGOLI ROSA DI BENEDETTO XVI (Kaos Edizioni), che mostra fra l'altro la stretta contiguità fra le reazionarie , stupide, troglodite posizioni fasciopapestri sull'argomento e un famoso discorso tenuto da Himmler.

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  2. Geniale Picasso. Mi associo alla sua dichiarazione. Terrò presente il libro e mi riservo di comprarlo in libreria appena possibile. Ti farò sapere.

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  3. Eh beh, Zio nell'inizio del suo commento ha detto tutto.

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Pubblicherò tutti i commenti che non insultino me o altri, nemmeno se le persone che insultate mi stanno antipatiche.

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