27 dic 2010

Capezzone che dà del doppiopesista al mondo è come il bue che dà del cornuto all'asino.

CAPEZZONE NELLA SUA TIPICA
ESPRESSIONE SORRIDENTE
Capezzone oggi, in relazione all'editoriale di Belpietro su Libero, ha avuto modo di dichiarare che «questi signori oggi sparano ad alzo zero contro Maurizio Belpietro e Vittorio Feltri, ma per mesi ed anni hanno strenuamente difeso Repubblica, L'Espresso, e una dozzina di altre testate protagoniste di un antiberlusconismo ossessivo. Due pesi e due misure, dunque».
Sì proprio quel Capezzone doppiopesista professionale: ebbe a dire di tutto e di più su Berlusconi, salvo poi diventarne portavoce. a stretto giro di posta. Chi meglio di lui giudicare il doppiopesismo altrui. 

Dimentica, Capezzone, il principio di uguaglianza: situazioni diverse giudicate in modo diverso e situazioni uguali giudicate in modo uguale. Dunque il Giornale e Libero sono artefici del c.d. metodo Boffo. Prima individuano il bersaglio, possibilmente critico verso Berlusconi, poi fanno una campagna stampa spacciandola per grande inchiesta giornalistica, in cui mischiano titoloni a mezze verità, con testimonianze dubbie o poi ritrattate o che alla fin fine dimostrano poco o niente. Le altre testate si limitano a raccontare i fatti, più o meno bene, ma non usano tendenzialmente il giornalismo come una clava, non in modo così spudorato almeno. Ecco: avere una duplice valutazione della realtà è giustificata dalla sua diversa composizione. Mica come Capezzone che ha una diversa valutazione di Berlusconi a seconda del partito cui appartiene.

Analogamente accade quando sento parlare di doppiopesismo sul cambio di partito. L'accusa più forte è:
«se passano da destra a sinistra, va bene; altrimenti per quel covo di comunistoidi c'è qualcosa che non va». Questa motivazione è semplicistica, è rivolta a menti semplicistiche e si basa su un elemento fuorviante: non va fatta una questione di destra o sinistra. Il fatto è che se una persona passa dalla maggioranza all'opposizione passa da una situazione di maggiore forza politica ad una situazione di forza politica minore, perché passa dal governare all'opporsi. Il cambio, in tal caso, plausibilmente può essere ritenuto anche come sincero visto che chi cambia ci va tendenzialmente a rimettere. Al contrario, se si passa dall'opposizione al governo si può anche credere che dietro a quel cambio vi sia un interesse diverso rispetto al semplice cambio di idea.

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