Venerdì scorso ho fatto notare di come sia possibile che Kim-Jong-Bossi stia alzando il prezzo a Berlusconi per farsi dare ulteriori soldi, dato che le casse padane di verde hanno molto poco, in quanto con ogni probabilità hanno un bel rosso fuoco. D'altronde non sempre è facile spillar soldi a quei poveri padani, che saran pure padani ma non sono del tutto fessi e forse stanno capendo che a furia di farsi spillar soldi non conviene più.
Adesso la strategia continua: tralasciando le fesserie di Castelli che, a quanto pare, nel 2013 ha deciso di togliersi dai maroni, mai termine fu più adeguato; Bossi arriva alle minacce a Monti (poi smentendole), visto come il nuovo amichetto di Berlusconi.
Ma intanto il messaggio è stato lanciato. Guerra a tutto campo finché non ci si accorda per un nuovo prezzo con Berlusconi. Bossi & co. - è risaputo - cambiano idea a seconda di come cambia il vento.
Ricordate che nel 1995, proprio Bossi preferiva Monti a Berlusconi, il quale disprezzava la democrazia. Nello stesso periodo in cui La Padania portava avanti l'arcinota campagna stampa nei confronti di Berlusconi (cliccate qui se volete solo vedere gli screen shot). Poi vennero i soldi e le alleanze. Fino a novembre scorso, quando con Monti al governo e con le casse padane prosciugate, occorre batter cassa.
Che le opinioni della Lega cambino secondo la convenienza, lo si vede anche dall'atteggiamento nei confronti della TAV. Nel 2005 i No Tav furono prima difesi poi presi a manganellate con Maroni come ministro degli Interni.
Saran pure federalisti, ma il loro megastipendio se lo buscano. E guai a chi glielo tocca ...
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