«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».
Articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea.
«È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali».
Articolo 3 della Costituzione Italiana.
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».
Chiunque sostenga che i gay sono malati sotto sotto li discrimina, di quella discriminazione sottile che consiste nel considerare malato chi malato non è. Ma non una malattia qualsiasi, ma una malattia contagiosa. E già, perché si teme che gli omosessuali condizionino lo sviluppo degli altri ragazzi. E che si fa con i malati contagiosi? Li si isola. Li si emargina.
Però per carità, se obietti a costoro che discriminano il fatto che li considerano malati per così dire contagiosi, sgranano tanto di occhi e sembrano quasi offesi. Sono amici dei gay, loro, ma li considerano malati per così dire contagiosi, ed in un impeto di magnanimità sono ben lieti di far loro la cortesia di non dirglielo in faccia per non offenderli. Capito?
Peraltro un malato ha bisogno di essere curato, peccato che le teorie riparative hanno suscitato forti dubbi relativi alla deontologia da parte dell'Ordine dei Medici della Lombardia. Peccato che l'OMS non considera l'omosessualità una malattia. E anche l'AIPPC (Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici) concorda con questa definizione.
Però per carità, se obietti a costoro che discriminano il fatto che li considerano malati per così dire contagiosi, sgranano tanto di occhi e sembrano quasi offesi. Sono amici dei gay, loro, ma li considerano malati per così dire contagiosi, ed in un impeto di magnanimità sono ben lieti di far loro la cortesia di non dirglielo in faccia per non offenderli. Capito?
Peraltro un malato ha bisogno di essere curato, peccato che le teorie riparative hanno suscitato forti dubbi relativi alla deontologia da parte dell'Ordine dei Medici della Lombardia. Peccato che l'OMS non considera l'omosessualità una malattia. E anche l'AIPPC (Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici) concorda con questa definizione.
E visto che i principi sopra detti che sono leggi dello Stato a tutti gli effetti, ne consegue che potrei ben ritenere che queste ultime prevalgono su questa sottile quanto concreta discriminazione. Tipo le linee guida degli scout.
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La cosa più incredibile in questo delirio katto-skout non sono tanto le risapute farneticazioni su malattia, tolleranza-ma-fino-a-un-certo-punto, ricorso a psicanalisi nazista ecc.
RispondiEliminaIncredibile è questo virgolettato: "diciamo che il capo omosessuale ha un vantaggio rispetto agli altri capi: in linea generale ha tendenze artistiche, è molto sensibile, è dotato per le relazioni personali. Spesso una persona omosessuale nei rapporti affettivi ha un vantaggio rispetto agli altri capi che faticano a comunicare con i ragazzi". Come se avesse detto: i gay sono migliori e superiori sotto ogni punto di vista, QUINDI dobbiamo impedirgli di dare il cattivo esempio, perché NOI vogliamo che i ragazzi vengano su in tutt'altro modo, stupide ottuse bestie insensibili capaci solo di obbedire, conformarsi, competere, produrre, riprodursi, inadatte ad esprimersi, creare, comunicare, amare.
Complimenti! :)