Grande scalpore ha destato la condanna in primo grado dei componenti la commissione Grandi Rischi a sei anni di reclusione a testa.
La condanna non è avvenuta, come molti erroneamente pensano, per non aver previsto il terremoto, ed emerge anche dalle carte:
“L’intento non è quello di muovere agli imputati un giudizio di rimprovero per non aver previsto la scossa distruttiva del 6 aprile 2009 o per non aver lanciato allarmi di forti scosse imminenti o per non aver ordinato l’evacuazione della città ... la scienza non dispone attualmente di conoscenze e strumenti per la previsione deterministica dei terremoti”.
La condanna deriva dall'esigenza politica “rassicurare”
gli abitanti allarmati da una lunga sequenza
di scosse e dai primi danneggiamenti di edifici, a partire da una
scuola, non sarebbero stati condannati. Da quella riunione sono emersi - difatti - messaggi tesi a rassicurare la popolazione. Una serie di «informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie» che giustificano la condanna.
Un'operazione mediatica, come la definì Bertolaso in una famosa telefonata con l'assessore Daniela Stati. Bertolaso testualmente diceva:
“Parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente“.
E' questo il busillis.
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