Sulla grazia a Berlusconi ho sentito le scempiaggini più profonde, scempiaggini che dimostrano solo la non conoscenza del procedimento di sottoscrizione della grazia. O, peggio, solo che chi le propone vuol fare mosse propagandistiche per girare, a favore della propria parte politica, la situazione.
D'altronde già gli ambienti (o le fonti che dirsi voglia) del Quirinale aveva definito l'ipotesi della grazia «una delle abituali provocazioni di certi giornali che per la loro
sguaiatezza e rozzezza dal punto di vista istituzionale non meritano
alcuna attenzione e alcun commento».
Schifani e Brunetta - che subito si prodigano per il pregiudicato Berlusconi - si mettono in scia perché loro non possono, ad esempio, proporre proprio un bel niente: la grazia, secondo l'articolo 87 della Costituzione, va sottoscritta dal condannato, da un suo prossimo congiunto, dal
convivente, dal tutore o curatore, oppure da un avvocato. Se il
condannato è detenuto o internato, la domanda può essere però
direttamente presentata anche al magistrato di sorveglianza. Ragion per cui, o Schifani e Brunetta si inseriscono nello stato di famiglia di Berlusconi, oppure è meglio che passino il tempo a guadagnarsi la pagnotta, visto che sono ben pagati, e la smettano di prodigarsi per la grazia del pregiudicato Berlusconi.
E - secondo punto che mostra l'ignoranza della Costituzione - semmai avessero titolo per sottoscrivere la suddetta grazia, dovrebbero presentare la domanda al ministro della Giustizia Cancellieri: al Presidente della Repubblica spetta solo la decisione finale. (a tal fine invito lor signori a studiarsi la sentenza della Corte Costituzionale 200/2006).
Inoltrata la domanda al Ministro, si apre l'istruttoria (che si compie anche quando si agisce d'ufficio) che deve valutare tutta una serie di fattori, tra cui la posizione giuridica del condannato, l’intervenuto perdono delle persone danneggiate dal reato, i dati
conoscitivi forniti dalle Forze di Polizia, le valutazioni dei
responsabili degli Istituti penitenziari. Dopodichè, come già accennato, si va dal Presidente della Repubblica.
Senza contare che in genere la grazia si concede a chi ha espiato già parte della pena, e non subito dopo la sentenza dei giudici che in tal caso sarebbero immediatamente sconfessati, ma poi la citata sentenza 200 del 2006 ci ricorda che la grazia è volta ad ”attenuare l’applicazione della legge penale in tutte
quelle ipotesi nelle quali essa confligge con il più alto sentimento
della giustizia sostanziale”, essa “esula da ogni valutazione di natura
politica”.
Salvo voler credere ai giudici comunisti (e anche a Babbo Natale) non vedo alcun sentimento di giustizia sostanziale nel graziare l'evasione fiscale di Berlusconi. Anzi sarebbe solo un deleterio esempio per chi evade, che si sentirebbe autorizzato ad evadere più ingenti somme di danaro.
E vi prego, invece di parlare a iosa, studiate.
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