8 lug 2014

Condivisione inconsapevole e truffe sventate.

Leggo la notizia del vigile urbano che si mette in malattia per andare a fare il bagnino, salvo postare una foto su Facebook e farsi sgamare. Al di là del reato e dell'indegno comportamento del vigile e dei medici compiacenti, su cui ci si potrebbe prodigare con chilometri di inchiostro, segnalo ancora una volta l'errata concezione che si ha di Facebook.

Si posta materiale senza pensare alle conseguenze e - se in questo caso il social ha consentito di scoprire e sanzionare una truffa - in altri casi (come nel caso del sexting, cioè dei minori che condividono le proprie foto seminudi) i danni possono essere gravi ed irreversibili. 

Nel caso del vigile, come nel caso del sexting, le conseguenze non sono immediate: se un adulto pur capace di architettare una truffa, non ha pensato che una foto avrebbe potuto di li a qualche anno metterlo in difficoltà, pensate solo per un minuto se un ragazzino possa arrivarci facilmente.

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