Dopo la finale di Coppa Italia dello scorso 2 maggio, quella per intenderci che consegnò agli onori della cronaca e dei social network Genny 'a carogna, oltre all'ennesima figura meschina che abbiamo fatto - altro che uscire ai gironi dei mondiali - ci furono tutta una serie di dichiarazioni di circostanza sulla gravità dell'accaduto e sul da farsi.
Piero Grasso (Presidente del Senato): “Servono provvedimenti seri contro la violenza mascherata da tifo”.
Mario Pescante (ex sottosegretario ed ex presidente del CONI): “I Daspo non bastano perché poi sparano in strada”.
Emanuele Fiano (PD): “E’ una sconfitta complessiva, che pesa sul mondo dello sport e del calcio, su tutti noi che facciamo politica e su tutti i corpi dello Stato. Questo non è sport, non è calcio, non è spettacolo. C’è l’immagine di una società italiana, che non è ancora stata capace di estirpare dal calcio la violenza, e magari anche la criminalità organizzata”.
Beppe Grillo: “La Repubblica è morta”
Oggi ricomincia il campionato, e in due mesi e mezzo nulla è stato fatto. La prossima volta che ricapiterà, perché presto o tardi ricapiterà, tacete. TUTTI.
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