Ottimo direte voi. E per certi versi lo dico anche io. E conferma quello che si sapeva: le mail sono controllate, anche nel contenuto, anche se vengono sottoposte ad un controllo automatico e non umano: Google ha poi specificato che non intendono contrastare altri reati, ma solo la pedopornografia, cioè se via mail organizzate una rapina, a detta di Google, loro non lo sapranno.
Ma analizzando i Google Terms qualche dubbio viene:
Our automated systems analyze your content (including emails) to provide you personally relevant product features, such as customized search results, tailored advertising, and spam and malware detection. This analysis occurs as the content is sent, received, and when it is stored. If you have a Google Account, we may display your Profile name, Profile photo, and actions you take on Google or on third-party applications connected to your Google Account (such as +1’s, reviews you write and comments you post) in our Services, including displaying in ads and other commercial contexts. We will respect the choices you make to limit sharing or visibility settings in your Google Account. For example, you can choose your settings so your name and photo do not appear in an ad.
In sintesi: rispettano le tue scelte ma le controllano per offrirti le ricerche personalizzate e per tutelarti da spam e malware. Non un cenno sul fatto che non fanno un esame delle parole contenute nelle mail. Se per ora da Google tranquillizzano sul fatto che si limitano alla pedopornografia, il raggio d'azione potrebbe essere sempre modificato ed ampliato.
Il problema sarebbe enorme: un filtraggio (e un controllo) automatico delle parole, fa sì che queste siano decontestualizzate e prive del fatto che spesse volte sono polisemantiche: se per commentare il fatto che ho bisogno di danaro per una vacanza e non riesco a metterne facilmente da parte, ironicamente via mail scrivessi ad un amico: «non mi resta che fare una rapina in banca» ammetterete che un controllo automatico si perderà il contesto e magari anche l'ironia e magari vi segnala alle forze dell'ordine.
Senza contare un altro aspetto: se il raggio di azione di Google dovesse espandersi, il rischio è che si autorizzerà un soggetto privato come Google, ma vale per ogni altro motore di ricerca, a provvedere in ambito censorio conferendo, dunque, un compito tipico delle Pubbliche Autorità (che comunque non agiscono a fini commerciali).
Varrebbe la pena quanto meno di definire i limiti di azione con chiarezza e nei terms of use.
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