9 gen 2015

Quando c'era bisogno di alzare il ditino per difendere la libertà d'espressione.

In Italia molti si sono uniti al coro di je suis Charlie e siamo anche d'accordo: solo che sarebbe stato il caso, con le debite proporzioni del caso ovviamente, che qualcuno avesse alzato il ditino e avesse segnalato che in Italia un tribunale ha condannato in primo grado un blogger - alias Michel Abbatangelo - per aver satireggiato su Renzo Bossi con un diario finto fino all'osso ma satirico ovviamente. Ripropongo qui i post che all'epoca dedicai al fatto (1, 2).

Quello di Abbatangelo non è l'unico caso. Seppur per motivi molto diversi dalla satira, in Francia, nella stessa Francia che ora piange per l'attentato di Chalie Hebdo, la blogger francese Caroline Doudet fu condannata a pagare 1.500 € più 1.000 € di spese processuali per una recensione negativa di un ristorante postata sul suo blog, anche se l'unica cosa che fu poi costretta a cambiare fu il titolo: veniva indicizzato da Google troppo vicino al sito del ristorante mentre nel lontano 2008; mentre ritornando in Itala, lo storico e saggista Carlo Ruta fu condannato per il reato di stampa clandestina: il suo blog di impegno civile fu paragonato ad un quotidiano e come tale doveva essere registrato presso il tribunale (cosa che non avvenne).

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