Ho sempre avuto una certa vergogna nel manifestare troppi sentimenti in pubblico, quando credo che mai mi sentirete compiere una telefonata mielosa verso la mia fidanzata né mi sentirete fare una dedica strappalacrime e, infine, difficilmente mi sentirete effettuare retorici ricordi di persone a me care.
Credo che certi sentimenti siano privati e che tali debbano rimanere e non solo per una banale questione di privacy: certi vezzeggiativi, certi ricordi, certi eventi che ci ricordano momenti belli o emozionanti spesso lo sono solo per noi e per la strettissima cerchia di persone che ci circonda.
Senza contare che è in gioco un rischio evidente: la possibilità di sfociare nel retorico, con la conseguenza che svanisce o svilisce ogni sorta di emozione reale.
Mi perdonerete, ma un certo tipo di emozioni riuscirò a viverle compiutamente in privato o con pochissime persone estremamente fidate, che non a caso sono persone definite intime.
D'accordo su tutto, solo non si capisce se ti si debbano fare congratulazioni o condoglianze; ma, essendo d'accordo sul ragionamento di base, in fondo non è così importante saperlo. In ogni caso, un saluto, e stai sereno.
RispondiEliminaNé congratulazioni né condoglianze, il mio era un ragionamento generale che prendeva spunto da una telefonata mielosa che avevo ascoltato, perché fatta in mia presenza, che mi ha fatto pensare ai comportamenti che alcuni hanno in presenza ad esempio di lauree o matrimoni con dediche retoricissime e strappalacrime.
EliminaIl tutto mi ha fatto riflettere su quello che avete letto.