L'affare Kakà in questi giorni ha attratto l'attenzione forse anche più di temi ben più importanti. La scelta era proposta come dolorosa, difficile, contrastata.
Da un lato i politicamente corretti sostenevano che «120 mln. per un calciatore sono troppi; è immorale. Dove andremo a finire», dimenticando che le immoralità della vita sono altre (tipo sputare in faccia all'avversario).
D'altro lato chi si è sperticato in lodi per la scelta di rimanere al Milan. In realtà Kakà non ha dovuto scegliere tra essere disoccupato e Zio Paperone. Ha scelto tra lo stare molto bene e lo stare molto meglio.
La questione è di marketing prevalentemente. Kakà ha semplicemente deciso di «investire» i soldi in meno che guadagnerà, in immagine (che non ha danneggiato) e in competizioni internazionali che continuerà a giocare al Milan.
Alla fine, morale della favola, è sempre molto facile rinunciare quando si ha già tutto, o quando non si perde nulla, vestendo i panni di chi giura amore eterno alla propria squadra o di chi è onesto.
Ma alla fine sapremo se è amore solo quando Kakà sarà a fine carriera. Sapremo se avrà fatto come Totti alla Roma o Maldini al Milan o come Toni a Firenze.
Take a look
"Lettera aperta a Gianni Chiodi." di Claudio Messora pubblicato il 17/01/2009
Tieniti aggiornato: http://www.Byoblu.com/User.aspx
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ciao sandro, ti ho aggiunto ai miei link. scusa se non mi fermo ma sto andando di corsa!!!ci sentiamo presto..;-)
RispondiEliminaSilvio no problem. Torna quando vuoi, e se ti va puoi anche diventare lettore abituale.
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