«Sono stato regolarmente autorizzato dalla direzione, anche perché non c'erano alternative: io sono l'unico docente di Restauro. Del resto, se non sbaglio, un caso ben più eclatante era scoppiato a Roma, con l'attore Carlo Verdone esaminato dal padre, ed era stato chiarito che non si tratta di una cosa illegale».
Questa la difesa del professor Tiozzi dinanzi alla denuncia di Igor Lecic, il quale, per completezza d'informazione, ha intentato una causa per mobbing nella quale Tiozzi si sarebbe rifiutato di testimoniare.
Non so se sia illegale o meno quanto accaduto, o se siano solo veleni tra due colleghi universitari; ma so per certo che è incompleto il richiamo al caso di Carlo Verdone esaminato dal padre. Semplicemente per un dettaglio: MARIO VERDONE BOCCIO' IL FIGLIO (MERITATAMENTE) E NON GLI DIEDE 30 E LO FECE RIESAMINARE A OTTOBRE DA UN'ALTRA PROFESSORESSA.
Traiamo conferma di tutto ciò dal libro Parentopoli, di Nino Luca (Marsilio). Il brano è apparso anche sul Corriere della Sera ed è lo stesso Mario Verdone a raccontare. Un raro esempio di serietà professionale ed onestà.
Il professore ha 92 anni e mi fa: «So’ solo un po’ sordo ma ancora ricordo bene. La storia fu questa. Andò che gli feci la prima domanda» attacca il professore. «E lui niente... non mi rispose». Quel giorno gli esami si svolsero in una sala dove c’erano molti studenti che attendevano il loro turno d’interrogazione. «Allora mi dica questo... e lui di nuovo niente!». L’interrogato faceva scena muta. La materia trattava di cinema e l’aveva introdotta il professore stesso per la prima volta nell’università italiana. A quel punto il docente prese la sua decisione: «Guardi» gli dissi, «è meglio che torni ad ottobre. A quel punto lui ha fatto: «Papà, ma mi bocci?». Ed io: «Mi dia del lei. Ora vada». E si alzò! E con lui so’ andati via tutti gli studenti perché hanno pensato «se boccia il figlio boccerà pure noi». E così rimasi solo nella stanza».
Ma poi come andò a finire l’esame di suo figlio?«Finì che ad ottobre gli feci fare l’esame da un’altra professoressa. La signora Evelina Tarroni. Lei fu soddisfatta e lo promosse. Io mi misi da parte perché mi seccava di tornare sull’argomento. E quel giorno non mi presentai in università».
E quando vi rivedeste la sera a casa?«La prima volta dopo la bocciatura riconobbe che a quelle domande non aveva risposto. La seconda volta, ormai vittorioso, mi disse: «Sai papà, sono stato promosso». Bene, son contento, gli risposi. Si vede che ti sei preparato bene stavolta».
Notate le differenze tra la figlia del professor Tiozzi e Carlo Verdone? Vogliamo ancora marcare la differenza? Beh poi Verdone ha vinto 7 David di Donatello; 7 Biglietti d'oro e 4 Nastri d'Argento più altri svariati premi. Forse quella bocciatura servì e se non servì da sola, aiutò.
Questa la difesa del professor Tiozzi dinanzi alla denuncia di Igor Lecic, il quale, per completezza d'informazione, ha intentato una causa per mobbing nella quale Tiozzi si sarebbe rifiutato di testimoniare.
Non so se sia illegale o meno quanto accaduto, o se siano solo veleni tra due colleghi universitari; ma so per certo che è incompleto il richiamo al caso di Carlo Verdone esaminato dal padre. Semplicemente per un dettaglio: MARIO VERDONE BOCCIO' IL FIGLIO (MERITATAMENTE) E NON GLI DIEDE 30 E LO FECE RIESAMINARE A OTTOBRE DA UN'ALTRA PROFESSORESSA.
Traiamo conferma di tutto ciò dal libro Parentopoli, di Nino Luca (Marsilio). Il brano è apparso anche sul Corriere della Sera ed è lo stesso Mario Verdone a raccontare. Un raro esempio di serietà professionale ed onestà.
Il professore ha 92 anni e mi fa: «So’ solo un po’ sordo ma ancora ricordo bene. La storia fu questa. Andò che gli feci la prima domanda» attacca il professore. «E lui niente... non mi rispose». Quel giorno gli esami si svolsero in una sala dove c’erano molti studenti che attendevano il loro turno d’interrogazione. «Allora mi dica questo... e lui di nuovo niente!». L’interrogato faceva scena muta. La materia trattava di cinema e l’aveva introdotta il professore stesso per la prima volta nell’università italiana. A quel punto il docente prese la sua decisione: «Guardi» gli dissi, «è meglio che torni ad ottobre. A quel punto lui ha fatto: «Papà, ma mi bocci?». Ed io: «Mi dia del lei. Ora vada». E si alzò! E con lui so’ andati via tutti gli studenti perché hanno pensato «se boccia il figlio boccerà pure noi». E così rimasi solo nella stanza».
Ma poi come andò a finire l’esame di suo figlio?«Finì che ad ottobre gli feci fare l’esame da un’altra professoressa. La signora Evelina Tarroni. Lei fu soddisfatta e lo promosse. Io mi misi da parte perché mi seccava di tornare sull’argomento. E quel giorno non mi presentai in università».
E quando vi rivedeste la sera a casa?«La prima volta dopo la bocciatura riconobbe che a quelle domande non aveva risposto. La seconda volta, ormai vittorioso, mi disse: «Sai papà, sono stato promosso». Bene, son contento, gli risposi. Si vede che ti sei preparato bene stavolta».
Notate le differenze tra la figlia del professor Tiozzi e Carlo Verdone? Vogliamo ancora marcare la differenza? Beh poi Verdone ha vinto 7 David di Donatello; 7 Biglietti d'oro e 4 Nastri d'Argento più altri svariati premi. Forse quella bocciatura servì e se non servì da sola, aiutò.
Ricordo ancora bene lo speciale su SKY dove furono proprio i due ad inscenare un siparietto comico sull'accaduto... DIFFERENZE NETTE, non c'è che dire... I tempi sono proprio cambiati...
RispondiEliminaScusate, io forse sono ingenua.... ma qui diamo per scontato che la ragazza abbia ricevuto un voto immeritato: e se invece fosse stata preparatissima? Cosa avrebbe dovuto fare il padre? Bocciarla comunque??
RispondiEliminaRospo a pensarci bene anche io ho visto quello speciale su SKY e lo trovai esilarante.
RispondiEliminaPipaf 61 tranquilla ammesso che tu sia ingenua, non sarebbe grave. La realtà dei fatti è che qui io non voglio discutere se la candidata sia o meno preparata per due ottimi motivi: non ho le competenze per poterla valutare e non l'ho esaminata personalmente. Come è nel mio stile evito ogni sorta di giudizio e di supposizioni (anzi di supposte) su ciò che non conosco. Nè ho interesse a dimostrare che sia ignorante. Bene ha fatto a promuoverla se preparata, male avrebbe fatto a promuoverla comunque se impreparata.
Quello che volevo dire è che il paragone fatto dal professore con il professor Mario Verdone per avallare la promozione è stato improprio, proprio perché Mario Verdone ha bocciato meritatamente il figlio data la sua impreparazione, e poi ad ottobre l'ha fatto riesaminare da una collega non presentandosi in facoltà: questo atteggiamento, unito alla carriera di Verdone non mi fanno sorgere dubbi. Solo questo volevo sottolineare: l'inidoneità dell'esempio.
Ma nella vicenda del prof. Tiozzi, fermo restando che la candidata sarà stata anche preparatissima, tuttavia un elemento mi dà comunque da pensare: perché la prima risposta del professore non è stata, banalmente, "mia figlia ha preso 30 perché è preparata ed è a disposizione per dimostrarlo a chiunque sollevi dubbi"? Perché, proprio per evitare dubbi, non ha sostenuto l'esame dinanzi a testimoni proprio per far vedere che non faceva nulla di male?
"Essere onesti, ma anche apparire onesti ..."
Grazie per avermi chiarito il tuo pensiero :-)
RispondiEliminaFigurati, non c'è alcun problema. Qualunque chiarimento, domanda o per carità anche critica mi si faccia, purché esposti con educazione come ha fatto tu e come per fortuna fanno tutti gli utenti che commentano su questo blog, sono letti e pubblicati da me con massima attenzione e ricevono sempre risposta. :-)
RispondiEliminaSalutiamo favorevolmente i recenti fatti di cronaca giudiziaria che denunciano, attraverso la persona del Prof. Lecic, una situazione accademica notoriamente vergognosa, clientelare ed indecente, che per anni (fors'anche decenni) è andata ostacolando l'espressione autentica dell'acume, dell'intelligenza, dell'ingegno e della creatività a vantaggio di politiche nepotistiche, meschine ad antidemocratiche. Nella fattispecie, taluni dipartimenti di Pittura hanno tutto fatto meno che curare gli interessi, la crescita, l'educazione e la piena espressione degli studenti; e non ci meraviglia poi, alla luce di pratiche tanto machiavelliche quanto opportunistiche (a danno del livello generale dell'educazione impartita) che per anni altre istituzioni Universitarie (vere depositarie della conoscenza “accademica”) abbiano attivamente osteggiato il riconoscimento equiparato di titoli di studio rilasciati da queste Accademie. A Venezia più che altrove si sono andate perpetuando pratiche di prevaricazione dei diritti degli studenti, con la diffusione sistematica di mala-educazione, mala-informazione e mala-formazione che finiva spesso col pregiudicare irrimediabilmente anche l'apertura professionale post accademica e l'accesso, per gli studenti, ad opportunità di inserimento professionale nel sistema di educazione pubblica, il tutto condito poi spesso anche da pratiche di franca sevizia psicologica, malversazione e bullismo che figure “supra partes” come il Prof. Lecic a più riprese non hanno mancato di denunciare. Presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia non regna la meritocrazia, questo appare ovvio agli studenti stessi prima che ai docenti, l'eccellenza, lungi dall'essere premiata e coltivata viene anzi fortemente ostacolata, castrata, perché temuta quale seme di un cambiamento in meglio che porterebbe alla scomparsa di tante-troppe figure di docenza mediocre, datata, inadatta ad affrontare le sfide intellettuali, artistiche e professionali del nuovo millennio.
RispondiEliminaCambieranno in meglio le cose con le nuove elezioni del Rettore in Accademia. Difficile, se le proteste di Professori come Lecic rimarranno inascoltate, se la “vecchia guardia” continuerà indisturbata i propri giochi di potere, nulla di buono verrà a succedere allo status quo.
Ma si spera che con questo nuovo, ultimo episodio, venga a farsi interamente luce su di una situazione istituzionale che oltre ad essere, tanto nei metodi e negli intenti non-dichiarati, anacronistica, disonora il buon nome delle istituzioni educative italiane statali tutte