Che Giuseppe D'Avanzo è morto ieri d'infarto a 57 anni purtroppo è storia nota. Anche le sue inchieste sono, stavolta per fortuna, note. Sono note le c.d. regole di Peppe, che al Corriere ricordano perfettamente, ma anche la sua lezione.
Non è detto, però, che ognuno debba piacere a tutti: essendo morte delle persone per la nostra libertà, non è retorica ma una cosa da ricordare ogni giorno, è anche estremamente giusto che ci sia qualcuno cui non si piace. De gustibus...
Ma attaccare un uomo morto, come ha fatto Stefano Zurlo oggi sul Giornale, non per chissà quali colpe gravi (tipo pubblicare notizie false in cambio di soldi cosa che si potrebbe anche bellamente rinfacciare all'agente Betulla quando morirà), ma solo per l'unico demerito di aver attaccato il Cavaliere è una vigliaccata bella e buona. Anche perché Giuseppe D'Avanzo non potrà rispondere, salvo non riesca a trovare un pc e una connessione internet ovunque si trovi.
Quanto fatto da Zurlo, equivale a rinnegare il proprio ruolo di giornalista, che deve raccontare i fatti senza sconti, non certo difendere una o l'altra parte politica. Ma accetterei, in ultima analisi, anche che un giornalista di destra faccia dossier giornalistici su dirigenti di sinistra e viceversa. Ma sempre adempiendo all'obbligo morale e giuridico di raccontare il vero.
Mi rendo conto che Zurlo, come d'altronde Sallusti, Feltri e Belpietro, non arrivano a questo ideale di giornalista. D'altronde da chi è orgoglioso di essere un servo libero ci si può aspettar poco.
Questo equivale anche a mancar di rispetto ai morti per la libertà e per la democrazia. Ebbene sì, perché non mi risulta che i dossier di D'Avanzo siano mai stati sbugiardati. Quelli del Giornale sì. Le testimonianze a metà e ritrattate sul caso Fini sono un caso di scuola: lo scoop fu talmente enorme che la posizione di Fini fu archiviata.
Lo scoop principale riuscito al Giornale è Nichi Vendola nudo in una spiaggia di nudisti. Non ne ricordo altri. E nemmeno ricordo che D'Avanzo, come Feltri, si sia beccato tre mesi di sospensione per aver spacciato come vera la velina che accusava Boffo; nè, come Sallusti e Porro, che sia stato indagato per violenza privata.
Quando al Giornale impareranno a fare dossier con fatti, prove, fonti attendibili e non con la solita fuffa, allora diventeranno anche un giornale leggibile e colmeranno anche l'invidia che hanno nei confronti di giornalisti assolutamente seri e professionali.
Ma d'altronde, se una parte dei lettori del Giornale vogliono Saviano morto non è che li si può tramortire eccessivamente col giornalismo d'inchiesta.
Arrivederci D'Avanzo.
Non è detto, però, che ognuno debba piacere a tutti: essendo morte delle persone per la nostra libertà, non è retorica ma una cosa da ricordare ogni giorno, è anche estremamente giusto che ci sia qualcuno cui non si piace. De gustibus...
Ma attaccare un uomo morto, come ha fatto Stefano Zurlo oggi sul Giornale, non per chissà quali colpe gravi (tipo pubblicare notizie false in cambio di soldi cosa che si potrebbe anche bellamente rinfacciare all'agente Betulla quando morirà), ma solo per l'unico demerito di aver attaccato il Cavaliere è una vigliaccata bella e buona. Anche perché Giuseppe D'Avanzo non potrà rispondere, salvo non riesca a trovare un pc e una connessione internet ovunque si trovi.
Quanto fatto da Zurlo, equivale a rinnegare il proprio ruolo di giornalista, che deve raccontare i fatti senza sconti, non certo difendere una o l'altra parte politica. Ma accetterei, in ultima analisi, anche che un giornalista di destra faccia dossier giornalistici su dirigenti di sinistra e viceversa. Ma sempre adempiendo all'obbligo morale e giuridico di raccontare il vero.
Mi rendo conto che Zurlo, come d'altronde Sallusti, Feltri e Belpietro, non arrivano a questo ideale di giornalista. D'altronde da chi è orgoglioso di essere un servo libero ci si può aspettar poco.
Questo equivale anche a mancar di rispetto ai morti per la libertà e per la democrazia. Ebbene sì, perché non mi risulta che i dossier di D'Avanzo siano mai stati sbugiardati. Quelli del Giornale sì. Le testimonianze a metà e ritrattate sul caso Fini sono un caso di scuola: lo scoop fu talmente enorme che la posizione di Fini fu archiviata.
Lo scoop principale riuscito al Giornale è Nichi Vendola nudo in una spiaggia di nudisti. Non ne ricordo altri. E nemmeno ricordo che D'Avanzo, come Feltri, si sia beccato tre mesi di sospensione per aver spacciato come vera la velina che accusava Boffo; nè, come Sallusti e Porro, che sia stato indagato per violenza privata.
Quando al Giornale impareranno a fare dossier con fatti, prove, fonti attendibili e non con la solita fuffa, allora diventeranno anche un giornale leggibile e colmeranno anche l'invidia che hanno nei confronti di giornalisti assolutamente seri e professionali.
Ma d'altronde, se una parte dei lettori del Giornale vogliono Saviano morto non è che li si può tramortire eccessivamente col giornalismo d'inchiesta.
Arrivederci D'Avanzo.
sono di destra ma piuttosto che leggere "il giornale o libero " leggo l'unita' e' sicuramente meno fazioso e veritiero Belpietro,Sallusti non sono in grado neanche di scrivere per un giornale locale capaci solo di leccare il c... del loro padrone.
RispondiEliminasono pienamente daccordo con rossodisera
RispondiEliminaAntonio
cavolo,ma che restyling!!!!
RispondiEliminaSì ho deciso di rinnovare. Spero ti piaccia.
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