La Direzione Nazionale Antimafia ha diffuso una stima allarmante: tra le
379 mila new slot e le 40 mila videolottery autorizzate, ce ne
sarebbero almeno 200 mila illegali. Clandestine perché scollegate dalla
rete telematica, o perché contengono schede manomesse, o perché
importate dall’ estero senza essere registrate.
L’interesse delle mafie per le slot machine è cresciuto parallelamente a
quello degli italiani: difatti solo nel 2012 la Guardia di Finanza ha sequestrato 2600 slot machine illegali, i Monopoli per irregolarità varie ne hanno
spente altre 1400.
I clan inizialmente si accontentavano di estorcere ai
noleggiatori una sostanziosa percentuale degli
incassi. Poi sono passati alla gestione diretta delle slot nei territori
da loro controllati infiltrandosi con prestanome e società di
comodo tra i 4 mila noleggiatori iscritti all’ albo. Sulle macchinette
sono stati fondati imperi commerciali malavitosi.
Una delle ragioni che spinsero il governo italiano ad ampliare l’offerta di gioco legale era l’idea così si potesse arginare quello
clandestino. Ma la misura è risultata parzialmente vana, perché il mercato è cresciuto talmente tanto da scatenare gli
appetiti delle mafie. Le proposte per irrobustire la vigilanza non
mancano.
Fuggendo alla pressione fiscale e utilizzando la rete delle scommesse
illegali, gli allibratori abusivi offrono agli utenti clandestini
vincite di gran lunga più vantaggiose rispetto ai canali legali, che più
degli altri, pagano il prezzo della crisi. In pratica sono agenzie senza scrupoli al servizio della criminalità.
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