L'immunità penale per i parlamentari è stabilita dall'art. 68, comma 2 Cost. che consente di sottoporre ad indagini i parlamentari senza richiedere l'autorizzazione della Camera di appartenenza; arrestare il parlamentare in presenza di una sentenza irrevocabile di condanna; trarre in arresto il parlamentare nel caso in cui sia colto nell'atto di commettere un reato per cui è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza. Mentre non è consentito all'autorità giudiziaria senza la preventiva autorizzazione della Camera: sottoporre a perquisizione personale o domiciliare il parlamentare; arrestare o privare della libertà personale il membro del Parlamento ad eccezione di una sentenza irrevocabile o della flagranza; procedere ad intercettazioni delle conversazioni o comunicazioni e a sequestro della corrispondenza.
Ora voi immaginatevi che io sono un parlamentare accusato, dico per dire, di un reato qualunque. Se ho l’abilità di non farmi beccare in flagrante non posso essere arrestato nè essere sottoposto eventualmente a fermo (se ne ricorrano i presupposti), perché devo essere beccato in flagranza di reato e l’arresto dev’essere obbligatorio (o la sentenza deve divenire irrevocabile) solo perché sono parlamentare, anche se poi si dimostrasse che l’accusa è fondata.
Oppure magari immaginate che io parlamentare sono accusato di associazione mafiosa: ebbene non possono mettermi il telefono sotto controllo senza autorizzazione parlamentare, ma se il Parlamento autorizza io so che ho il telefono sotto controllo e a meno che non sia stupido completamente col mafioso non ci parlo al telefono, semmai effettivamente sono in contatto con i mafiosi (ma non si saprà). Stesso discorso per la perquisizione personale o locale a carico dei parlamentari: la perquisizione è un tipico atto a sorpresa, seppur garantito dal fatto che dev’essere motivata dall’Autorità Giudiziaria, e dal fatto che si può avere una persona di fiducia presente. Invece no: se sei parlamentare deve autorizzarti il parlamento, per cui poi tutti i documenti compromettenti, se ne hai, puoi farli sparire.
Il nodo gordiano della questione è che occorre evitare una persecuzione politica da parte dei giudici. Ma checché ne dica Berlusconi, i provvedimenti di restrizione della libertà, anche se contro parlamentari, devono essere motivati, e non certo perché si è di un’idea diversa dalla propria. Quindi non occorrerebbe un controllo preventivo su atti che producono risultati solo se compiuti a sorpresa, ma magari occorrerebbe la sanzione dell’inutilizzabilità degli atti, oltre che la previsione di una aggravante disciplinare nei confronti di chi ha proposto ed autorizzato perquisizioni o intercettazioni a fini persecutori (da dimostrare ovviamente). In altri casi se il PM che richiede l’intercettazione si sbaglia, perché il parlamentare intercettato non ha fatto nulla, stiano tutti tranquilli che in linea di massima non c’è nulla da temere.
Ora voi immaginatevi che io sono un parlamentare accusato, dico per dire, di un reato qualunque. Se ho l’abilità di non farmi beccare in flagrante non posso essere arrestato nè essere sottoposto eventualmente a fermo (se ne ricorrano i presupposti), perché devo essere beccato in flagranza di reato e l’arresto dev’essere obbligatorio (o la sentenza deve divenire irrevocabile) solo perché sono parlamentare, anche se poi si dimostrasse che l’accusa è fondata.
Oppure magari immaginate che io parlamentare sono accusato di associazione mafiosa: ebbene non possono mettermi il telefono sotto controllo senza autorizzazione parlamentare, ma se il Parlamento autorizza io so che ho il telefono sotto controllo e a meno che non sia stupido completamente col mafioso non ci parlo al telefono, semmai effettivamente sono in contatto con i mafiosi (ma non si saprà). Stesso discorso per la perquisizione personale o locale a carico dei parlamentari: la perquisizione è un tipico atto a sorpresa, seppur garantito dal fatto che dev’essere motivata dall’Autorità Giudiziaria, e dal fatto che si può avere una persona di fiducia presente. Invece no: se sei parlamentare deve autorizzarti il parlamento, per cui poi tutti i documenti compromettenti, se ne hai, puoi farli sparire.
Il nodo gordiano della questione è che occorre evitare una persecuzione politica da parte dei giudici. Ma checché ne dica Berlusconi, i provvedimenti di restrizione della libertà, anche se contro parlamentari, devono essere motivati, e non certo perché si è di un’idea diversa dalla propria. Quindi non occorrerebbe un controllo preventivo su atti che producono risultati solo se compiuti a sorpresa, ma magari occorrerebbe la sanzione dell’inutilizzabilità degli atti, oltre che la previsione di una aggravante disciplinare nei confronti di chi ha proposto ed autorizzato perquisizioni o intercettazioni a fini persecutori (da dimostrare ovviamente). In altri casi se il PM che richiede l’intercettazione si sbaglia, perché il parlamentare intercettato non ha fatto nulla, stiano tutti tranquilli che in linea di massima non c’è nulla da temere.
Anche in questo caso, si spara a zero contro una categoria, generizzando e mettendo in mezzo persone che fanno bene il proprio dovere, non si propone alcuna alternativa, sarebbe chieder troppo un'alternativa valida (specie se poi si vuol proporre l'immunità per le più alte cariche dello Stato).
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