Credo che il dolore che si possa provare per una figlia in stato vegetativo per 17 anni sia enorme ed incomprensibile da parte di chi, quand’anche voglia riflettere sulla questione in modo serio e partecipe alla fine dei conti può tranquillamente alzarsi e andare a fare una passeggiata serenamente. Forse utilizzare il termine dolore (lacerante) non è adeguato e rispettoso. Ma anche se trovassimo un termine adatto, a che servirebbe.
Credo che discutere di cosa debba o non debba fare il padre di Eluana (così come chiunque nelle sue condizioni) non spetti certo a chi queste situazioni non può comprenderle.
Non esistono termini adatti a definire la continua intromissione del Vaticano e specialmente l’atteggiamento di giudizio universale che preferisce intromettersi nei problemi etici e (soprattutto) personali del singolo piuttosto che occuparsi di combattere gli episodi di pedofilia o di violenze.
Non esistono termini adatti per definire la mancanza di rispetto istituzionale del premier verso Napolitano, verso la Costituzione e verso la famiglia Englaro. Sento tutti parlare e dire sempre le stesse cose.
Penso che ognuno di noi abbia il diritto di decidere, secondo la PROPRIA coscienza se continuare a vivere o morire in questo tipo di situazione così delicata ed estrema. Ma decida la coscienza di ognuno di noi o di chi, in nostra assenza, è tenuto a farlo. Meglio sarebbe se ognuno di noi potesse stabilirlo in modo chiaro ed inequivocabile per quando non può dirlo esplicitamente (come per Eluana). Ma che sia la propria coscienza, non quella della maggioranza di Governo (degli italiani?) o di un tribunale o della Chiesa Cattolica.
Non esistono termini adatti a definire la continua intromissione del Vaticano e specialmente l’atteggiamento di giudizio universale che preferisce intromettersi nei problemi etici e (soprattutto) personali del singolo piuttosto che occuparsi di combattere gli episodi di pedofilia o di violenze.
Non esistono termini adatti per definire la mancanza di rispetto istituzionale del premier verso Napolitano, verso la Costituzione e verso la famiglia Englaro. Sento tutti parlare e dire sempre le stesse cose.
Penso che ognuno di noi abbia il diritto di decidere, secondo la PROPRIA coscienza se continuare a vivere o morire in questo tipo di situazione così delicata ed estrema. Ma decida la coscienza di ognuno di noi o di chi, in nostra assenza, è tenuto a farlo. Meglio sarebbe se ognuno di noi potesse stabilirlo in modo chiaro ed inequivocabile per quando non può dirlo esplicitamente (come per Eluana). Ma che sia la propria coscienza, non quella della maggioranza di Governo (degli italiani?) o di un tribunale o della Chiesa Cattolica.
Take a look.
Perche' non lasciano che cada il silenzio su questa storia dolorosissima...Che possa volare via in pace. Auguro a quei poveri genitori che lo strazio che stanno vivendo da diciassette lunghi anni abbia fine.
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