Rinnovamento e ringiovanimento della classe politica. A volerci credere sembrava seriamente che si apriva una nuova fase. Vediamo un po’ com‘è la situazione.
Nella attuale legislatura alla Camera dei Deputati, su 630 deputati solo 7 hanno tra i 25 ed i 29 anni (1.11%) e 72 (11,43%) tra i 30 ed i 39 (chiudono la classifica in termini di presenze ordinate per classi di età). Quindi, se la matematica non è un’opinione, l’87% dei deputati (551 su 630) ha più di 40 anni; ed il 57% ha più di 50 anni.
La fascia d’età più presente, nell’attuale legislatura, è quella dei cinquantenni (242 elementi, 38,41%); seguita dai quarantenni (192 elementi, 30,48%); al terzo posto con 117 elementi (18,57 %) gli ultra sessantenni. Confrontando le legislature dalla XIII all’attuale (XVI) emerge che - salvo variazioni di poco conto - quarantenni e cinquantenni sono sempre nello stesso numero. Diminuiscono gli ultrasessantenni (-40 unità/-6% circa rispetto alla scorsa legislatura) ed aumentano i trentenni (+11% rispetto al periodo 2006-2008).
Quindi una Camera dei deputati di poco più giovane. Un primo passo per l’applicazione di uno dei modi per far fare politica ai giovani: coinvolgerli nella partecipazione alla vita del paese (il Parlamento in primis). Sono ben convinto che su 630 deputati (comunque un’enormità) almeno il 30% (210 deputati) possa e debba essere di età inferiore ai 40 anni (nell’attuale legislatura siamo fermi al 12.53%). Sorprende, piuttosto, analizzando i dati relativi alla XV ed alla XVI legislatura, che Di Pietro non abbia avuto tra le proprie fila alla Camera nessuno al di sotto dei 40 anni.
Passando ad analizzare i dati sul Senato della Repubblica si può essere eletti dai 40 anni in su, e l’età media in questa legislatura è di 56 anni (dati aggiornati al 06/03/2009). Dalla XII all’attuale l’età media è aumentata (quasi 54 anni dal 1994 al 1996, 56 anni circa ad inizio legislatura; adesso l‘età media è di 57 anni); e comunque non è di molto diversa rispetto all’età media presente dal 1983 al 1992 (X ed XI legislatura: 56 anni circa).
Nel dettaglio sostanzialmente nelle ultime legislature i quarantenni sono sempre meno a dispetto degli ultrasettantenni - la cui rappresentanza numerica è stabile negli anni - mentre la rappresentanza dei sessantenni è notevolmente ampliata di una trentina di elementi (da circa 50 agli 80 attuali) nelle ultime tre legislature.
In relazione al ricambio generazionale (cioè: quanti parlamentari nuovi ci sono), traendo spunto dalla lista formulata da Beppe Grillo ho contato 364 parlamentari su 930 sono alla prima legislatura (il 40% circa); 232 alla seconda (24% circa) e 334 (36%) hanno dalle tre legislature in su. Ma il conforto è solo parziale e numerico: il 64% è in parlamento da meno di dieci anni (e nei limiti di due legislature che chiede Grillo), ma la maggior parte della minoranza cospicua che sono da più legislature sono personaggi di spicco della nostra politica. Sono (ex) ministri, coordinatori di partito, (ex) presidenti del consiglio/ex presidenti della repubblica. Chi alla fine decide è sempre lì da 15/20/25 anni.
Il rinnovamento del Parlamento è parzialissimo perché:
1) continuano ad esserci persone condannate in via definitiva (seppur di meno rispetto alle legislature precedenti), e l’unico partito che non né ha è l’Italia dei Valori di Di Pietro (che con questo riconquista ampiamente tutti i punti persi per non avere deputati dai 25 ai 29 anni)
2) I giovani sono aumentati di molto poco in relazione al complesso dei parlamentari, e si può fare molto di più e molto meglio.
3) La maggioranza dei parlamentari (il 64%) è alla prima od alla seconda legislatura, ma i posti più importanti sono occupati da chi ha già diverse legislature alle spalle. A poco serve rinnovare i gregari, se chi decide sulle problematiche importanti è sempre lì.
4) la proposta di Beppe Grillo delle due legislature parte da una base che condivido (far sì che non ci siano sempre le stesse persone nei posti di comando), ma ha un risvolto che può essere problematico: ammesso che adesso ci sia chi vede nelle elezioni un esame del proprio operato, chi sa già di non poter essere rieletto perché alla seconda legislatura, non ha interesse a fare bene perché sa che comunque non sarà sottoposto al giudizio degli elettori.
Nella attuale legislatura alla Camera dei Deputati, su 630 deputati solo 7 hanno tra i 25 ed i 29 anni (1.11%) e 72 (11,43%) tra i 30 ed i 39 (chiudono la classifica in termini di presenze ordinate per classi di età). Quindi, se la matematica non è un’opinione, l’87% dei deputati (551 su 630) ha più di 40 anni; ed il 57% ha più di 50 anni.
La fascia d’età più presente, nell’attuale legislatura, è quella dei cinquantenni (242 elementi, 38,41%); seguita dai quarantenni (192 elementi, 30,48%); al terzo posto con 117 elementi (18,57 %) gli ultra sessantenni. Confrontando le legislature dalla XIII all’attuale (XVI) emerge che - salvo variazioni di poco conto - quarantenni e cinquantenni sono sempre nello stesso numero. Diminuiscono gli ultrasessantenni (-40 unità/-6% circa rispetto alla scorsa legislatura) ed aumentano i trentenni (+11% rispetto al periodo 2006-2008).
Quindi una Camera dei deputati di poco più giovane. Un primo passo per l’applicazione di uno dei modi per far fare politica ai giovani: coinvolgerli nella partecipazione alla vita del paese (il Parlamento in primis). Sono ben convinto che su 630 deputati (comunque un’enormità) almeno il 30% (210 deputati) possa e debba essere di età inferiore ai 40 anni (nell’attuale legislatura siamo fermi al 12.53%). Sorprende, piuttosto, analizzando i dati relativi alla XV ed alla XVI legislatura, che Di Pietro non abbia avuto tra le proprie fila alla Camera nessuno al di sotto dei 40 anni.
Passando ad analizzare i dati sul Senato della Repubblica si può essere eletti dai 40 anni in su, e l’età media in questa legislatura è di 56 anni (dati aggiornati al 06/03/2009). Dalla XII all’attuale l’età media è aumentata (quasi 54 anni dal 1994 al 1996, 56 anni circa ad inizio legislatura; adesso l‘età media è di 57 anni); e comunque non è di molto diversa rispetto all’età media presente dal 1983 al 1992 (X ed XI legislatura: 56 anni circa).
Nel dettaglio sostanzialmente nelle ultime legislature i quarantenni sono sempre meno a dispetto degli ultrasettantenni - la cui rappresentanza numerica è stabile negli anni - mentre la rappresentanza dei sessantenni è notevolmente ampliata di una trentina di elementi (da circa 50 agli 80 attuali) nelle ultime tre legislature.
In relazione al ricambio generazionale (cioè: quanti parlamentari nuovi ci sono), traendo spunto dalla lista formulata da Beppe Grillo ho contato 364 parlamentari su 930 sono alla prima legislatura (il 40% circa); 232 alla seconda (24% circa) e 334 (36%) hanno dalle tre legislature in su. Ma il conforto è solo parziale e numerico: il 64% è in parlamento da meno di dieci anni (e nei limiti di due legislature che chiede Grillo), ma la maggior parte della minoranza cospicua che sono da più legislature sono personaggi di spicco della nostra politica. Sono (ex) ministri, coordinatori di partito, (ex) presidenti del consiglio/ex presidenti della repubblica. Chi alla fine decide è sempre lì da 15/20/25 anni.
Il rinnovamento del Parlamento è parzialissimo perché:
1) continuano ad esserci persone condannate in via definitiva (seppur di meno rispetto alle legislature precedenti), e l’unico partito che non né ha è l’Italia dei Valori di Di Pietro (che con questo riconquista ampiamente tutti i punti persi per non avere deputati dai 25 ai 29 anni)
2) I giovani sono aumentati di molto poco in relazione al complesso dei parlamentari, e si può fare molto di più e molto meglio.
3) La maggioranza dei parlamentari (il 64%) è alla prima od alla seconda legislatura, ma i posti più importanti sono occupati da chi ha già diverse legislature alle spalle. A poco serve rinnovare i gregari, se chi decide sulle problematiche importanti è sempre lì.
4) la proposta di Beppe Grillo delle due legislature parte da una base che condivido (far sì che non ci siano sempre le stesse persone nei posti di comando), ma ha un risvolto che può essere problematico: ammesso che adesso ci sia chi vede nelle elezioni un esame del proprio operato, chi sa già di non poter essere rieletto perché alla seconda legislatura, non ha interesse a fare bene perché sa che comunque non sarà sottoposto al giudizio degli elettori.
I dati riferiti (alcuni già nel corpo del post) potete controllarli ai seguenti link:
XIII legislatura
XIV legislatura
XV legislatura
XVI legislatura
Dati del Senato
Take a look
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